Djokovic ha ricevuto un grandissimo elogio da un illustre collega: la frase sulle sue difficoltà ha colpito tutti i suoi tifosi.
Novak Djokovic sta giocando il primo torneo del suo 2023 ad Adelaide. Un torneo che aveva già vinto nel 2007, e che sancisce per lui il dolce ritorno in Australia dopo che lo scorso anno era stato espulso proprio a ridosso dell’Australian Open, vedendosi revocato il visto dall’ex ministro dell’Immigrazione Alex Hawke.
Il nuovo governo australiano, quest’anno, ha infatti deciso di revocare a sua volta il ban triennale ai danni del serbo. Che così è tornato nella terra dei canguri, dove presto – a Melbourne – darà la caccia al decimo titolo ed al 22esimo Slam della sua incredibile carriera.
Non essendo la Serbia qualificata per la United Cup, il numero 5 del mondo ha così scelto Adelaide per ritrovare il giusto feeling con il campo e presentarsi al meglio al primo Major della stagione, che inizierà il prossimo 16 gennaio. Intanto, c’è chi ha accolto davvero favorevolmente il suo ritorno in Australia. Lo ha fatto capire anche un illustre collega di Djokovic, questa settimana impegnato invece all’ATP 250 di Pune.
L’ex campione US Open Marin Cilic ha infatti scelto di non giocare nella United Cup, che sta vedendo la Croazia protagonista con Borna Coric e compagni. E dall’India, il talento nato a Medjugorje è tornato – nella conferenza stampa pre-torneo – su quanto accaduto a Djokovic in Australia nel 2022, commentando le vicende in maniera perentoria.
“Qualunque cosa sia successa non è stata giusta nei suoi confronti, decisamente no – ha detto -. Come sportivo, dover ricordare e affrontare tutto ciò è assolutamente disastroso, è davvero difficile. Tanto di cappello a Novak,” ha infatti dichiarato, “perché ha sopportato un’enorme difficoltà emotiva”. E ad anche perché, ha continuato Cilic, “ha dimostrato ancora una volta di avere la straordinaria capacità di rimanere concentrato“.
“È stato in grado di vincere un Grande Slam dopo tutto quello che è successo, quindi le mie più grandi congratulazioni. Dopo gli US Open ci siamo incontrati a Tel Aviv, ma anche in Kazakhstan e a Bercy ha giocato ad un livello incredibile. Gli auguro il meglio per questa nuova stagione”, ha concluso la testa di serie numero 1 di Pune.
Nella conferenza, però, ha toccato anche il tema riguardante il ritiro di Roger Federer, un rivale con il quale si è confrontato in palcoscenici incredibili, come la finale dell’Australian Open e di Wimbledon (perse) e la storica semifinale invece vinta allo US Open, prima di sollevare il trofeo battendo in finale anche Kei Nishikori.
“Volevamo che Roger non se ne andasse mai, perché è un bravo ragazzo e ovviamente un’ispirazione non solo per noi giocatori, ma per molti ragazzi in tutto il mondo – ha chiarito -. Inoltre, per molti di questi giocatori Next Gen che ora fanno parte dell’élite è stato la loro più grande ispirazione, il loro più grande riferimento, forse è ancora il loro idolo“.
“Però, direi che siamo comunque fortunati: abbiamo Rafa e Novak che giocano, e quando dico giocare intendo avere ancora quell’entusiasmo che li mantiene lassù. Non è la stessa cosa senza Roger, ma penso che i ragazzi sappiano che il circuito è diverso”.
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