Ancora oggi non vi è certezza circa le origini di una regola del tennis che ancora oggi viene utilizzata. Il dubbio dura da oltre un secolo.
Negli ultimi anni, il tennis si è guadagnato sempre più attenzione da parte del pubblico di tutto il mondo e il merito va attribuito in particolar modo alle gesta di campioni e personaggi come Roger Federer, Rafa Nadal e Novak Djokovic.
Questi tre giocatori sono stati in grado di riscrivere la storia di questo sport attraverso giocate e successi memorabili. Non a caso sono stati definiti “Big Three” e ad oggi sono gli unici tre tennisti che nell’era Open hanno superato quota 20 Slam. C’è tuttavia chi è riuscito a fare meglio di loro: Serena Williams, a quota 23 Major e diventata un’icona globale dello sport femminile contribuendone al successo degli ultimi anni.
Tutti campioni assoluti, questi, che hanno portato il tennis ad un altro livello, lontano anni luce da quello delle origini, più “violento” e dinamico, anche grazie al progresso umano quanto a tecnologia e salute che hanno permesso di trasformare questo sport.
Tuttavia, per altri versi, il tennis mantiene tuttora il suo fascino storico e alcune delle sue regole non sono mai cambiate fin dalla sua nascita, che risale al 1887. Tra queste c’è quella che riguarda il sistema di punteggio, il tradizionale 15-30-40 per intenderci, di cui tuttora permangono dubbi circa le sue origini.
Tennis, le origini dell’attuale sistema di punteggio
Ci sono diverse versioni che cercano di spiegare come è nato il sistema di punteggio attuale che ancora oggi viene adottato nei match ufficiali. Quella più “gettonata” risalirebbe al Medioevo, epoca in cui il tennis trova le sue origini nell’antica disciplina della pallacorda che ufficialmente viene fatto risalire al XIII secolo, anche se si dice che già nell’XI secolo si praticasse all’interno dei monasteri francesi.
Ad ogni modo, questo sport, che ebbe origine in Francia, trovò successo anche nell’Italia rinascimentale, tanto che Caravaggio sarebbe stato uno dei primi volti noti dell’epoca a giocarci.
Ed è in questo contesto che quindi deriverebbe l’attuale sistema di punteggio del tennis. Come riporta Focus.it, una possibile spiegazione a riguardo è quella che lo lega alle cosiddette “cacce“, segni che venivano fatti sul campo ogni volta che la pallina si fermava. Quindici cacce, infatti, formavano un punto, il secondo trenta e il terzo quarantacinque. Poi, nel Settecento, il quarantacinque sarebbe stato trasformato in quaranta per rendere più facile la dizione.
Un’altra teoria, invece, ricondurrebbe le origini del moderno conteggio dei punti alle… scommesse. Infatti, già nel Medioevo era pratica comune quella di scommettere determinate somme di denaro per ogni gioco. Il primo punto valeva quindici centesimi, il secondo altri quindici e il terzo altri dieci (per un totale di 40).
Non solo pallacorda alle origini del sistema di punteggio
Ci sarebbero poi altre versioni che poco e nulla avrebbero a che fare con la pallacorda. Una, in particolare, vede all’origine del sistema di punteggio la relazione con il quadrante di un orologio che in passato veniva utilizzato per segnare i punti. Dunque, ad ogni quarto corrisponderebbe un punto, con l’ultimo che, però, sarebbe stato accorciato di cinque per avere spazio a sufficienza per tenere conto dei vantaggi.
Un’altra ipotesi, meno accreditata, si fonderebbe su una filastrocca francese che, per assonanza, portò chi giocava a tennis ad utilizzare i classici 15-30-40.