Il 2023 si apre anche per quei tennisti che dalla nuova stagione cercano un rilancio, tra questi un ex Top Ten della ATP
L’addio al tennis di Roger Federer non lo ha certo demoralizzato. Anzi. Se mai Stan Wawrinka si sente addirittura responsabilizzato nel suo ruolo di capitano della rappresentativa svizzera maschile.
E il suo esordio nella United Cup, una bella vittoria contro Bublik nell’esordio della sfida tra la squadra elvetica e il Kazakhstan. Un rotondo successo in due set (6-3 7-6) che restituisce al centro della scena un tennista che desidera almeno un’altra stagione da protagonista. Wawrinka sa di dovere dosare le forze, di dover studiare con attenzione il calendario e puntare a obiettivi che siano sostenibili e funzionali. Ma non rinuncia a pensare in grande.
L’obiettivo di Wawrinka
Al momento il capitano-giocatore della Svizzera di United Cup è al numero #148 della classifica ATP: “So di non essere più un ragazzino e so tutto dipenderà dalle mie condizioni fisiche. In questo senso sono stato estremamente attento e mi sono preparato con la massima attenzione. La testa farà il resto. La gioia che provo quando sono in campo e l’emozione di fronte ai grandi tornei è quella di sempre. Ed è una carica fortissima” dice Wawrinka alla TV svizzera commentando il suo esordio stagionale.
“Un passo per volta”
Stan Wawrinka si dice molto soddisfatto del suo primo match stagionale: “Ero concentrato e se devo essere sincero non mi aspettavo di potermi esprimere già così bene fin dalla prima partita. É un buon inizio. Ora si tratta soltanto di continuare su questa strada e con questa stessa determinazione. Sono convinto di poter fare ancora bene, forse anche di poter vincere qualche torneo. Non vedo perché dovrei pormi dei limiti”.
Il ruolo di capitano e giocatore, di punto di riferimento di un intero paese che guarda al dopo Federer gli piace: “É una grande responsabilità ma tenevo davvero molto a essere qui in questa doppia veste. Non voglio rinunciare a giocare ma mi piace molto anche stare in panchina, parlare con i giocatori, motivarli, capire il loro punto di vista. Sto scoprendo che da bordo campo, a fianco a un collega, si possono ancora imparare molte cose”.
Wawrinka, 37 anni, non fa programmi: “Non vedo perché dovrei pensare al dopo quando sono ancora pienamente consapevole di poter giocare bene e vincere tornei. Il ritiro è un pensiero che al momento non mi sfiora”.
Prossimo impegno martedì, contro il polacco Hurkacz. Con l’obiettivo da qui alla fine dell’anno di vincere almeno un altro trofeo dopo l’ultimo, conquistato in casa – a Ginevra – nel 2017.