Le ultime dichiarazioni del giocatore americano Taylor Fritz ha aperto un intenso dibattito tra giocatori e dirigenti della ATP
Taylor Fritz è un giocatore che ha sempre avuto un atteggiamento estremamente schietto e diretto nelle due dichiarazioni. Speso scatenando anche un notevole dibattuto tra colleghi e dirigenti.
Stavolta Fritz parla di omosessualità. E invita tutti i giocatori di tennis professionisti che non hanno ancora fatto outing a farsi avanti. E a dichiarare senza timori la propria tendenza sessuale. Fritz ha detto molto chiaramente che i giocatori apertamente gay non devono avere paura di alcuna ritorsione, e che sarebbero assolutamente accettati nel circuito dell’ATP Tour.
Le parole di Taylor Fritz non sono di critica. Né nei confronti dei colleghi né nei confronti della dirigenza del Tour. Ma intravedono nella tradizionalità delle istituzioni tennistiche un certo freno. Di qui le sue dichiarazioni: “É una questione di statistica – dice Fritz – sono continto che tra i primi 100 tennisti dell’ATP ci sia sicuramente qualche tennista omosessuale. In passato per esempio è già accaduto che molte professioniste della WTA abbiano fatto outing senza alcuna remora. Aiutando tutto il movimento a raggiungere una maggiore consapevolezza e responsabilità”.
Fritz puntualizza: “Non ho detto che ho la certezza che ci siano tennisti omosessuali tra i primi 100 della classifica ATP ma statisticamente parlando, dovrebbe esserci. Penso che sia strano. E sono convinto che un giocatore non dovrebbe avere paura di fare outing perché sono convinto che sarebbe accettato”.
Il 25enne americano, attualmente al numero #9 della classifica ATP, ha detto che i giocatori potrebbero essere riluttanti a fare coming out a causa dell’attenzione che ne deriverebbe. “…E invece sarebbe una grande notizia – sottolinea ancora Fritz – probabilmente nessuno vuole essere sotto i riflettori, forse non vogliono distrazioni perché l’attenzione dei media finirebbe inevitabilmente su questo argomento”.
A inizio anno l’ATP avviò un’inchiesta sul comportamento dei giocatori. L’indagine rivelò che almeno il 75% degli atleti aveva riferito di aver sentito altri giocatori usare insulti omofobi, portando il tour a collaborare con You Can Play, un’organizzazione impegnata a promuovere l’inclusione LGBTQ+ nello sport.
Il sondaggio aveva anche indicato “una forte paura del rifiuto, l’isolamento dagli altri in tour e la solitudine” come probabili ostacoli alla divulgazione pubblica della propria sessualità da parte dei giocatori LGBTQ + agli altri.
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