Tennis, uno dei giocatori che ha rotto più racchette è un ex campione Slam. Conosce persino il numero esatto.
Per alcuni è un’abitudine, ad altri è capitato e altri ancora non lo hanno mai fatto. I tennisti sono stati e sono tuttora tanti, tutti ben distinguibili non solo per le loro doti tecniche ma anche per i loro comportamenti in campo.
Oggi abbiamo Kyrgios, fino a poco tempo fa Zverev, ma anche Medvedev. Tennisti, questi, che troppo spesso non sono riusciti a contenersi finendo per danneggiare sé stessi in partita e non solo con tutti i provvedimenti disciplinari presi in questi anni.
Ma prima c’era Marat Safin, uno dal talento smisurato, ma dai limiti caratteriali evidenti che lo hanno spesso penalizzato sia in campo che economicamente per via delle varie multe prese per i suoi atteggiamenti sopra le righe. Uno che in carriera ha raccolto più racchette rotte che vittorie sul campo. E questa non è una semplice frase fatta volta ad evidenziarne il suo lato più istintivo e aggressivo.
Marat Safin lo sa: glielo hanno ricordato con un regalo particolare
Infatti, Safin conosce bene quante racchette ha rotto in carriera. A farglielo sapere ci ha pensato il suo sponsor Head, lo stesso che, per l’appunto, gli ha fornito le racchette per tutta la sua carriera. Originale, poi, anche il modo per ricordarglielo. “Ho ricevuto uno snowboard da Head con sopra scritto: 1055. Le hanno contate tutte!” disse in un episodio del talk show di Vasek Pospisil e Bethanie Mattek-Sands Tennis United.
Un numero, 1.055, che per l’appunto supera il suo numero di vittorie in carriera, 422, che comunque gli hanno fruttato 15 titoli, di cui due Slam (US Open 2000 e Australian Open 2005), e la prima posizione del ranking Atp, raggiunta nello stesso anno in cui vinse il suo primo Slam in carriera.
Insomma, se non è un record il suo, poco ci manca, anche perché nella storia del tennis ci sono stati tanti giocatori che hanno fatto delle racchette “carne da macello”.
Tennisti e racchette: una storia… complicata
Un altro che non ci andava leggero con il suo strumento, che peraltro lo ha portato a vincere un titolo di Wimbledon nel 2001, è Goran Ivanisevic, oggi allenatore di Novak Djokovic. Nel 2000, arrivò a spaccare tutte le sue racchette in un match, tanto che per continuare a giocare dovette chiederla in prestito al suo avversario.
Un altro giocatore passato alla storia per il suo rapporto complicato con le racchette è Marcos Baghdatis che, dopo uno smash sbagliato, arrivò a romperne quattro in appena 25 secondi. Per lui si tratterebbe di un vero e proprio record.
Negli anni, poi, c’è stato anche chi, anziché scagliarla a terra, ha preferito spaccarla con la sua testa. Si tratta di Mikhail Youzhny che nel 2008 a Miami, nel match con Almagro, se la picchiò violentemente, e ripetutamente, sulla sua testa, al punto da rompersela, con fiumi di sangue che gli scorrevano sul viso.
Chi invece passerà alla storia, oltre che per le sue innumerevoli vittorie, per non aver rotto mai una racchetta, neanche da ragazzo o in allenamento, è Rafa Nadal, che, da questo punto di vista, ha avuto in suo zio Toni una guida esemplare, e al tempo stesso burbera. “Quando ho iniziato a lavorare con lui, gli ho detto he doveva rispettare una regola: se lanci la racchetta e la rompi, non sarò più tuo allenatore” le parole che Toni disse a suo nipote quando aveva appena sei anni. Da allora non lo ha mai fatto.