Il tennista russo Andrey Rublev si lancia in una critica pesante: le sue dichiarazioni sono dirette e precise, che bomba
La Diriyah Cup, ultimo torneo stagionale disputato in Arabia Saudita prima dello stop, non ha regalato grandi gioie ad Andrey Rublev, eliminato nei quarti di finale da Stam Wawrinka nel torneo singolare. Un po’ meglio in quello doppi, in coppia con l’azzurro Matteo Berrettini ma la coppia è stata poi eliminata dal duo formato dal polacco Hubert Hurkacz e dallo svizzero Dominic Stricker.
In occasione del torneo, però, ha rilasciato una lunga intervista agli spagnoli de “Clay Historias de Tenis“, con temi davvero scottanti; in primis la guerra in Ucraina, ed un punto di vista in aperto contrasto con il Presidente Putin, poi sulla mentalità del tennista russo in campo.
“Esprimermi sul campo da tennis è la maniera più facile per esternare ogni dichiarazione – ha detto in riferimento al messaggio lasciato su una telecamera dopo una gara a Dubai – è il posto dove posso dimostrare quanto essere umili e gentili ma anche avere la giusta istruzione sia importante. Cerco di utilizzare al meglio la mia comunicazione, perché non esagerare è fondamentale“.
“La cosa più importante – ha poi aggiunto – è che non possono soffrire tantomeno pagare gli errori dei leader dei Paesi le persone normali; devono essere in grado di godersi la vita, senza essere costretti a vivere una situazione orribile come questa“.
Apertamente contro la guerra, la madre del tennista russo asserì come Andrey fosse stato molestato dal punto di vista psicologico dopo il suo “schierarsi”. E’ Rublev a precisare tutto. “Non mi posso lamentare – ha poi proseguito con il suo pensiero il tennista – posso giocare a tennis e viaggiare, tutto quello che avrei potuto desiderare. Non è corretto affermare di sentirmi molestato, soprattutto per chi soffre davvero“.
Rublev ha anche ammesso, sollecitato sull’argomento, di avere più di un’opzione nei confronti dei circoli che devono organizzare Wimbledon. “E’ positivo che l’ATP nell’aiutare tutti sia stata più aperta, l’unico suggerimento è la richiesta di aiuto. Sarebbe solo un nuovo ed ulteriore danno al tennis se vietassero di partecipare a Wimbledon per il secondo anno consecutivo” ha affermato.
“Già per questa edizione abbiamo offerto risoluzioni, ma non hanno dimostrato interesse – ha aggiunto – il governo britannico ha dimostrato come sia una questione politica, ritenendola più importante dello sport. Ed invece vogliamo che il tennis lo sia“.
Rublev
Andrey Rublev, poi, ha analizzato una questione più “di campo” riguardante sé stesso. “Con esercizi di meditazione sto provando a colmare la lacuna della debolezza mentale; ci devo riuscire da solo – ha detto – il primo passo è saper riconoscere la propria debolezza. La conosco da molti anni e per me è più difficile da curare la parte mentale rispetto che migliorare cose fisiche o tecniche“.
Il tennista russo, peraltro, ha ammesso come viva “in modo emotivo ogni punto. Ed è per questo – ha poi aggiunto – che richiede molto tempo migliorare mentalmente. L’obiettivo di ogni atleta è vincere uno Slam così come arrivare al primo posto in classifica e questi sono anche i miei ma solo il tempo dirà se per conquistare questi successi mi sarò rivelato all’altezza“.
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