“Fulmine a ciel sereno”, via dalla Ferrari uno dei protagonisti: la rivelazione. La Scuderia di Maranello è in un momento di grande tumulto
L’improvviso cambio a livello dirigenziale, con le dimissioni di Binotto, hanno sconvolto il pensiero di molti addetti ai lavori. Il nuovo team principal non arriverà prima di gennaio.
Mattia Binotto non è più il team principal della Ferrari. Dopo il Gran Premio di Abu Dhabi l’ingegnere italo-svizzero ha deciso di farsi da parte, dopo aver trascorso ben 28 anni a Maranello, sotto varia veste. Binotto è stato il capo della gestione sportiva della Rossa durante il biennio difficile 2019-2021 e solo quest’anno è riuscito a riportare la Scuderia alla vittoria.
Elkann e Vigna non hanno accettato il semplice secondo posto nel Mondiale Costruttori (e piloti con Leclerc), volendo puntare più in alto. La F1-75 era nata nel modo giusto ma lo sviluppo della monoposto non è stato all’altezza della concorrenza. Di conseguenza anche le strategie per il futuro dovranno passare sotto un’altra testa.
Ci sono da mettere a punto sia le linee guida all’interno del box (vedi la condotta di gara) sia le relazioni tra i due piloti. Leclerc e Sainz vanno molto d’accordo ma va individuato un primo pilota su cui puntare per sconfiggere il regno di Verstappen.
L’addio di Binotto è arrivato però dopo una sostanziale negazione degli eventi da parte del diretto interessato. Arrivato ad Abu Dhabi, il TP della Ferrari aveva smentito con forza a livello mediatico le voci che lo circondavano. Meno di una settimana dopo è uscita la nota ufficiale sulla fine del rapporto.
Chi di Ferrari se ne intende, come l’ingegner Luigi Mazzola, ha appreso la notizia “come un fulmine a ciel sereno”.
In occasione dell’incontro ‘The Drake. Storie di circuiti, corse e icone’ che si è svolto domenica scorsa nella sede della Fondazione Dino Zoli di Forlì, l’ex ingegnere della Ferrari ha affrontato l’argomento.
“È necessario che venga riformato quello che è il concetto di Ferrari, basato sostanzialmente su una mentalità vincente. Si deve riformare un gruppo competente che sia amalgamato e che abbia un unico obiettivo, ovvero rendere la vettura vincente, cioè che possa competere per vincere un campionato”.
La gestione non è stata all’altezza di quella passata, quando nel box della Rossa c’erano dei veri numeri uno. “Io ho avuto la fortuna di vivere gli anni migliori della Ferrari con Ross Brawn, che era un amalgamatore vero e proprio. Questo non l’ho visto quest’anno e non l’ho visto negli anni precedenti. Questa deve essere la vera rivoluzione che la Ferrari si deve porre come obiettivo”.
Ora resta da individuare una guida per il futuro, con un manager in grado di proseguire nella rincorsa al titolo mondiale. Per avere la meglio della Red Bull, e della Mercedes, servirà un profilo di altissimo livello e con una comprovata esperienza. Il casting per il team principal proseguirà fino a gennaio, quando verrà nominato da Elkann la guida della gestione sportiva.
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