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Fognini, lo fa da quando era ragazzino: il sorprendente “rito” di Fabio

Da quando era piccolo, Fognini vive alcuni momenti accompagnandosi con una melodia che per lui evoca ricordi molto felici.

Fabio Fognini si è regalato un’altra pagina importante della sua carriera vincendo il doppio decisivo del quarto di finale di Coppa Davis, in doppio con Simone Bolelli. Il suo talento è sempre stato indiscutibile, anche ora che i risultati – almeno in singolare – non arrivano più con la stessa costanza di una volta.

Fabio Fognini (Ansa)

Semmai, in Italia, la sua figura ha spesso diviso per alcuni atteggiamenti, che in diversi frangenti ne hanno condizionato anche il rendimento. A 35 anni, in ogni caso, il ligure continua ad avere una particolare attrattiva verso i tifosi. D’altronde, a questi ha regalato anche tante gioie, pur con qualche “stranezza” delle sue.

La personalità del ligure, in fondo, è sempre stata a suo modo unica, ed è questo che l’ha legato e lo lega agli italiani e non solo. Tanti sono gli aneddoti in altrettante stagioni. Uno nello specifico, però, riguardante proprio il suo passato in Coppa Davis, racconta anche un “rito” del tennista classe 1987 spesso passato inosservato.

Fognini e quel “rito” dalle prime finali: ha cominciato con mamma Silvana

Fabio Fognini (Ansa)

L’azzurro è affezionatissimo alla sua terra ed alla sua famiglia, che lo ha aiutato tantissimo – certamente – nei primi anni sui campi da tennis. Il padre Fulvio ha confessato che suo figlio ha diversi riti scaramantici, anche se odia definirsi tale e si dice che nessuno li conosca: Sono solo metodico nella preparazione, ha raccontato una volta Fognini.

Una delle sue abitudini più curiose, almeno fino a qualche anno fa, era legata però ad alcune giornate vissute con mamma Silvana. Accompagnato da lei, infatti, diverse volte nei viaggi verso i tornei l’italiano ascoltava principalmente due canzoni, di due indimenticabili cantautori italiani: stiamo parliamo de “L’avvelenata” di Francesco Guccini e “Un’avventura” di Lucio Battisti.

E proprio la seconda ci riporta alla sfida contro l’Argentina in Coppa Davis, nel 2014. In quel caso, d’altronde, Fognini cantò per qualche istante il brano, facendo il giro del mondo. Ogni tanto pare che ancora canti le due canzoni in alcuni momenti. Un’abitudine interessante, di cui non ha fatto più parola recentemente. Ma chissà che ancora oggi non ripensi a quei viaggi con la mamma e a quei minuti prima delle sue finali, sin da ragazzino.

Samuele Diodato

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