In un’intervista a Sky Sport, Jannik Sinner ha parlato di tanti argomenti, ma c’è una cosa che per lui “è la più importante“.
Il 2022 è stato un anno molto altalenante per Jannik Sinner, che ha subito diversi infortuni che ne hanno condizionato la stagione. L’altoatesino ha provato ad esprimersi al suo meglio in ogni occasione, fornendo anche ottime prestazioni quando in forma, come a Wimbledon e US Open, ma alla fine c’è stato poco da fare.
Peraltro, anche il suo finale di stagione è stato piuttosto tormentato, prima con il problema alla caviglia rimediato in semifinale a Sofia contro Rune e poi con l’infortunio al dito riscontrato a Parigi-Bercy che lo ha costretto a rinunciare alle finali di Coppa Davis di Malaga privando la Nazionale italiana di uno dei suoi migliori giocatori.
Insomma, è stato un 2022 parecchio sfortunato per Jannik che per l’anno prossimo dovrà altresì concentrarsi sull’aspetto fisico per evitare di rivivere una stagione simile a quella appena trascorsa. Intanto, il numero 1 d’Italia si è concesso ad una lunga intervista a Sky Sport dal quale comprendiamo meglio il Sinner giocatore ma anche persona.
La convinzione di Jannik Sinner
In particolare, Sinner ha ammesso che quando era bambino praticava anche calcio e sci e il tennis lo posizionava addirittura in terza posizione tra le sue preferenze. Qualche anno dopo, però, la presa di coscienza: “Prima sciavo, poi ho giocato un po’ a calcio, ma alla fine ho scelto il tennis perché mi piace. Ho fatto questa scelta quando avevo più o meno 13 anni e mezzo, a 14 sono andato via da casa“. E ancora: “Ho scelto il tennis perché è diventata una passione: ogni torneo che faccio entro in campo perché mi piace“.
Una passione, la sua, che quindi è diventata un lavoro a tutti gli effetti, nonostante l’importante carico di pressione che deve affrontare in questa fase della sua carriera dove i riflettori sono puntati su di lui e agli altri Next Gen che dovranno raccogliere la pesante eredità dei Big Three. Ma su questo non sembra avere particolari timori. “La pressione per me è una cosa positiva – le sue parole –, perché vuol dire che sto facendo bene o che la gente vuole che faccio bene“. Poi aggiunge: “Ma la pressione più grande è quella che io metto a me stesso, perché voglio vincere, voglio migliorare io delle cose. Quindi la pressione me la metto da solo“.
Queste parole sono poi servite da spunto per la domanda successiva, in cui viene tirato in ballo Ettore Messina, tra i coach italiani di basket più vincenti della storia, con un passato anche in NBA da vice allenatore, il quale sostiene che ogni campione deve essere auto-esigente. “Per me questa è la cosa più importante, l’ho sempre avuta questa qualità. Quando un atleta ha questa cosa vuol dire già tanto, perché significa che è disposto a fare tutto, volendolo, anche da solo” la risposta di Jannik che dunque conferma ancora una volta tutta la sua determinazione nel voler diventare uno dei migliori tennisti del circuito.