Una rivelazione a sorpresa sulla sua carriera ha stupito tutti i tifosi di Sinner: il momento che ha più inciso sulla scelta.
Jannik Sinner ha dovuto chiudere anzitempo il proprio 2022 a causa di un infortunio al dito rimediato al Masters 1000 di Parigi-Bercy. Così, purtroppo per l’Italia del tennis, l’altoatesino è stato costretto anche ad annunciare il proprio forfait per la Final Eight di Coppa Davis, in programma a Malaga dal 22 al 27 novembre.
Intorno alla sua figura, dunque, c’è ora curiosità per capire come andrà la preparazione per il suo 2023. Nel frattempo, però, avendo 21 anni, ogni tanto ancora si scoprono dei retroscena su di lui. L’ultimo a catturare l’attenzione dei tifosi l’ha rivelato lui stesso, nell’intervista rilasciata a Federico Ferri di Sky Sport.
Sinner racconta il suo rapporto col tennis: la scelta decisiva della sua vita
Al grande tennis, il ragazzo di San Candido, è arrivato quasi in un baleno. Senza che peraltro fossero in molti a conoscerlo. Col suo storico allenatore, Riccardo Piatti, aveva infatti deciso di saltare il circuito juniores, iniziando la sua ascesa dall’incredibile vittoria al Challenger di Bergamo nel 2019, a neanche 18 anni.
Sul suo passato, sul modo in cui ha coltivato il suo talento nel tempo, sono tanti i dettagli che pian piano emergono. Nell’ultima intervista, però, Sinner ha chiarito anche le motivazioni che lo hanno portato ad intraprendere la carriera tennistica. In fondo, è oramai risaputo che avesse grandi potenzialità anche nello sci, poi abbandonato.
“La mia esperienza è quella di uno che ha provato tante cose: ho sciato, ho giocato a calcio ed ho provato il tennis, ma quando avevo 10 anni era al terzo posto. Non sai mai cosa andrai a fare, piano piano ho capito che il calcio non mi piace perché è difficile che un solo giocatore faccia la differenza. Lo sci per me era difficile perché non sapevo mai ero avanti, indietro, se devi andare veloce o puoi rallentare. Non avevo l’avversario di fronte“.
È questo, per Sinner, l’aspetto chiave per scegliere davvero quel che ci piace. “Tutte queste cose erano importanti per me, e nel tennis ci sono. Tante partite“, ha spiegato, “si vincono solo guardando dall’altra parte, puoi prendere la forza vedendo l’altra parte del campo. È tipo un gioco di scacchi, puoi capire che il tuo avversario e nervoso e che devi stare più calmo. Ho scelto il tennis per queste ragioni”.
Un discorso estremamente lucido, per un ragazzo nato nel 2001. Non a caso, anche in campo, l’azzurro ha sempre mostrato una maturità fuori dal comune. E su questa può aver sicuramente avuto un grande peso la passione per il gioco. Una qualità che oggi, anche da assoluta star del circuito, in tutto il mondo vedono e gli riconoscono.