Intervistato da TennisPress, Pietrangeli ha incoronato un tennista su tutti per il proprio incredibile modo di giocare.
Nicola Pietrangeli è stato il primo grande campione della storia del tennis maschile italiano. Campione al Roland Garros nel 1959 e nel 1960, il novantunenne nato a Tunisi ha poi contribuito ad allevare la grande generazione di azzurri che nel 1976, da lui capitanata, riuscì a vincere la Coppa Davis.
Dopo Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli, negli ultimi anni l’Italia del tennis è tornata finalmente a brillare grazie ad un gruppo di tennisti di altissimo livello: Fabio Fognini e Matteo Berrettini hanno riportato un azzurro in Top-10, ed ora sono arrivati anche giovani prodigi come Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, già oggi tra i migliori giocatori del mondo.
A margine della presentazione delle NextGen ATP Finals, di scena questa settimana a Milano, TennisPress ha avuto l’onore di fare una breve chiacchierata proprio con Pietrangeli. Interrogato sullo stato attuale del tennis mondiale, la leggenda italiana ha dunque espresso una chiarissima preferenza.
Pietrangeli a TennisPress: la leggenda incorona un azzurro come suo preferito
“Il tennis italiano è il numero uno al mondo“, ha esordito Pietrangeli. “Questo perché a parte la bontà dei giocatori abbiamo anche le NextGen e le Finals dei grandi. E per cinque anni anche la Coppa Davis”. Il merito, secondo il bicampione Slam, va anche alla federazione. “È anche questione di fortuna“, ha però chiarito, “perché la Svizzera non aveva mai avuto un tennista forte, e poi è arrivato il migliore. Così come è accaduto per le donne in Belgio (con chiaro riferimento a Justine Henin e Kim Clijsters)“.
Alla domanda sul suo preferito in assoluto, Pietrangeli non ha potuto fare a meno di scherzare, menzionando innanzitutto Roger Federer che “purtroppo non c’è più”. Poi, però, ha avanzato una piccola analisi: “Tutti dicono Alcaraz, non ci sono dubbi. Ma io dico che Sinner può arrivare ancora molto avanti ed a me personalmente piace molto Musetti, che non è il più forte, ma sicuramente quello che gioca meglio“.
In realtà, il campione classe 1933 ci ha tenuto a mettere in guardia tutti sul grande equilibrio nel circuito odierno, parlando proprio delle Finals dei più giovani, un torneo che ha elogiato e nel quale proprio Musetti è quest’anno la testa di serie numero 1: “Questi ragazzi son tutti dei campioni, oggi è un campione anche il numero 80 del mondo”.
In conclusione, tuttavia, è tornato di nuovo su Musetti, di cui si definisce “simpatizzante, perché gioca con una mano sola”. Insomma, per il carrarino è l’ennesima investitura in questo 2022. Ma anche in questi ultimi impegni stagionali, l’allievo di Simone Tartarini ha dimostrato di non farsi influenzare molto dalla pressione, regalandosi un quarto di finale anche Masters 1000 di Parigi-Bercy.