Una tennista ha rivolto parole molto chiare all’indirizzo di Serena Williams, parlando di una specifica abitudine prima delle partite.
Dallo US Open, oramai, Serena Williams non è scesa più in campo. Ed in quell’occasione le è stato rivolto un tributo davvero speciale, per la possibilità neanche troppo remota che quello fosse (ed in fondo sia) l’ultimo torneo della sua interminabile carriera. Perché anche se ha detto di non essersi ritirata ancora, l’ex numero 1 del mondo ha fatto capire di essere pronta ad una nuova avventura nella sua vita, lontana dal tennis.
A 41 anni, in effetti, la statunitense ha vinto tutto ciò che si possa desiderare. Eppure, come per ogni campione o campionessa, c’è sempre qualche aspetto che qualcuno fatica ad apprezzare. Negli anni, per alcuni suoi comportamenti, la 23 volte campionessa Slam ha spesso fatto discutere. E qualche giorno fa, un’ex avversaria ha ricordato anche il gelido modo di fare dell’americana negli spogliatoi.
La tennista rumena Sorana Cirstea, recentemente, è finita sotto i riflettori per l’intervista al podcast Le Fileu. Nello specifico, a fare scalpore è stato il racconto del dialogo avuto con Adidas, ai tempi del contratto di sponsorizzazione firmato nel 2008: “Meglio essere belli e tra i primi 20 che essere numero 1 ma brutti“, le dissero. “E allora ti rendi conto che tutto riguarda il marketing”, ha commentato la numero 38 WTA.
Nella stessa intervista, comunque, Cirstea ha svelato anche una curiosità piuttosto forte riguardo a Serena Williams: “Serena mi intimidiva molto. È stata addestrata per farlo, per intimidirti negli spogliatoi. E poi non voleva assolutamente parlare con nessuno in quei momenti, anche nello spogliatoio condiviso: aveva un’aura che ti intimidiva”.
Insomma, un’abitudine che la dice lunga sul modo di vivere la competizione di Serena Williams. Che un momento prime delle partite era capace di trasformarsi in una vera e propria macchina macina-punti, in grado di dominare il circuito per lunghissimo tempo. Parte dei suoi successi, in fondo, potrebbe giustificarsi proprio così. Peculiarità riconosciuta ai più grandi, d’altronde, è anche quella di mettere in soggezione l’avversario, facendogli credere che non abbia chance di vittoria ancor prima di entrare in campo.
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