Sono lontani i giorni migliori per Gulbis, che anche oggi trova però il modo di far parlare di sé: le ultime peripezie del lettone.
Oramai più di otto anni fa, nella primavera del 2014, Ernests Gulbis viveva il più grande momento della sua carriera. Una semifinale raggiunta al Roland Garros ed il best ranking di numero 10 della classifica ATP, fatto segnare il 9 giugno. Un torneo, quello, che rimane senza dubbio il migliore della sua carriera, nel quale riuscì a sconfiggere, a livello di ottavi di finale, nientemeno che Roger Federer, in un’epica battaglia al quinto set.
Prima di quel giorno, Federer, lo aveva sconfitto anche a Roma, dove nel 2010 giocò forse il primo grande torneo della sua carriera, mettendo alle strette anche Rafael Nadal in semifinale. Tuttavia, nonostante le fiammate di immensa classe, la continuità, Gulbis, che oggi ha 34 anni, non l’ha mai trovata. E di certo non può dire di averla oggi, giorni nei quali in pochi chiedono ancora di lui, che invece – al tennis – gioca ancora a livello professionistico.
Cosa fa oggi Gulbis, il talento sopraffino che non ha mai avuto la testa di un campione
Delle sue qualità, in realtà, si parla già dal 2009, quando sconfisse anche un giovane Novak Djokovic, in quel di Brisbane. Eppure, tempo immemore è passato dall’ultima partita di un certo livello giocata dall’ex numero 10, che peraltro non mette piede nella Top-100 oramai dal 2019. E per di più, è dal luglio 2021 che non si qualifica per un tabellone principale del circuito maggiore.
Nonostante questo, e suona quasi come un ossimoro, date le sue difficoltà ad essere costante, Gulbis ha ancora la motivazione per giocare nei tornei Challenger. E, ovviamente, per creare scompiglio nei vari tornei e per far discutere. Il tennista di Riga viene da tre sconfitte consecutive, eppure in estate ha vissuto un discreto periodo, però non senza momenti davvero controversi, in cui ha catturato l’attenzione degli addetti ai lavori.
Al Challenger di Zugo (in Svizzera), a luglio – partendo dalle qualificazioni – ha perso solo in finale contro il giovane Dominic Stricker, rientrando nella Top-300. Prima e dopo quel torneo, comunque, in Italia Gulbis si è reso protagonista di due episodi particolare, tra Trieste e Cordenons.
Nel primo caso, infatti, il trentaquattrenne ha iniziato una sorta di sfida a distanza contro Matteo Martineau. L’escalation, evidentemente, ha portato il lettone a ricevere un warning per condotta antisportiva dopo aver urlato “Come on” rivolgendosi direttamente l’avversario.
A Cordenons, invece, prima ha lanciato la racchetta fuori dal campo, imprecando e prendendosela col torneo (“Che si f…, questo f… torneo!” ha anche esclamato). Poi, per non farsi mancare nulla, anche un ball abuse, scaraventando la pallina contro un ombrellone e iniziando una lunga discussione col giudice di sedia.
Insomma, sebbene – è risaputo – non abbia problemi economici, Gulbis continua a mettersi in gioco, anche ad un livello lontanissimo rispetto a quello di diversi anni fa. Ed in tutto questo, l’età non l’ha migliorato dal punto di vista dell’autocontrollo, una pecca senza il quale sicuramente si sarebbe tolto soddisfazione gigantesche, grazie anche al suo straordinario rovescio e alle sue grandi doti di sensibilità.