Djokovic ha suggerito un paragone davvero importante per Berrettini, tenendo conto specialmente del valore di servizio e dritto.
Al grande tennis, Matteo Berrettini è arrivato nel 2019, anno in cui ha compiuto un salto di qualità soprattutto a partire dalla stagione su erba, in cui riuscì a vincere a Stoccarda, e ad arrivare in semifinale ad Halle e negli ottavi a Wimbledon. Un’annata chiusasi poi in maniera straordinaria, con la semifinale allo US Open, l’ingresso in Top-10 e la qualificazione alle ATP Finals.
Da allora, l’italiano si è confermato ad altissimi livelli, compiendo progressi su vari aspetti del suo gioco. Le armi letali, tuttavia, rimangono il dritto ed il servizio. Delle peculiarità che suggeriscono quanto aderente sia il paragone che Novak Djokovic ha pensato, per il romano, con un amatissimo ex campione dell’Open degli Stati Uniti.
Per la prima volta, Djokovic ha affrontato Berrettini proprio alle Finals di Londra del 2019. Poi, il serbo è stato spesso lo scoglio insormontabile per l’italiano, quello che gli ha impedito di entrare definitivamente nella storia. In particolare, il riferimento va alla finale di Wimbledon, vinta in rimonta, in quattro set, dall’allora numero 1 del mondo.
Un tennista che, difatti, è stato l’unico capace di sconfiggere Berrettini negli Slam, nel 2021. Prima dei Championships, d’altronde, aveva piegato la sua resistenza ai quarti di finale del Roland Garros, in quattro set. Ed a settembre, poi – ancora a livello dei quarti di finale, e ancora in quattro set (in rimonta) – lo stesso aveva fatto a Flushing Meadows.
In quanto uno dei migliori ribattitori del circuito, oltre che per mobilità e solidità da fondo campo, il 21 volte campione Slam è probabilmente l’avversario peggiore da affrontare per Berrettini. Che, in ogni caso, si è conquistato la stima del trentacinquenne di Belgrado mettendo spesso in difficoltà, anche grazie alle proprie capacità dal punto di vista puramente agonistico.
I diversi match, inoltre, hanno portato i due a conoscersi molto bene tennisticamente. E proprio dopo l’ultima sfida allo US Open, Djokovic ha paragonato l’azzurro ad un grandissimo campione, soprattutto del decennio scorso. Come a molti altri, infatti, alla leggenda serba Berrettini ricorda Juan Martin Del Potro: “Dopo Del Potro”, aveva detto, “ha probabilmente il miglior dritto ed il miglior servizio del circuito”.
“Ogni volta che ci incontriamo è una durissima battaglia”, aveva chiarito il serbo, vittorioso in tre ore e 30 minuti. “Ho dovuto rimanere concentrato su ogni punto per far sì che non tornasse in partita”. Un paragone dunque lusinghiero nei confronti di Berrettini, che di Del Potro spera effettivamente di seguire le orme, in quanto campione Slam ma anche ex numero 3 del mondo e costantemente, infortuni permettendo, lo spauracchio di Djokovic, Rafael Nadal e Roger Federer.
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