Djokovic è conosciuto, oltre che per i successi, per le sue particolari abitudini alimentari, finalizzate alla vita da atleta, ma non solo.
Nel 2011, la carriera di Novak Djokovic ha avuto una clamorosa svolta. In quella stagione, infatti, riuscì per la prima volta a vincere tre Slam su quattro. E in particolare, dopo la vittoria a Wimbledon salì anche al numero 1 del mondo. Un’annata che ha cambiato per sempre la sua storia di tennista, il primo passo compiuto per diventare la leggenda che è oggi.
Oltre alle migliorie dal punto di vista tecnico, e ad una maturazione dal punto di vista mentale, il fattore chiave è stato quello fisico. Ed il merito della trasformazione, fino a renderlo forse il migliore di tutti in quell’aspetto, va anche ricondotto in gran parte all’alimentazione. Perché intorno al 2010, Djokovic ha scoperto di essere intollerante al glutine, e da lì ha cominciato a perfezionare sempre di più la propria alimentazione.
L’alimentazione di Djokovic, un campione costruito nei minimi dettagli
“Mangiare vegetale mi rende più consapevole del mio corpo in campo“, ha spiegato nel libro Serve To Win, del 2013. “Ho tolto le tossine dal mio corpo e con loro sono passate tutte le interferenze con i miei livelli di energia”. In fondo, gli studi hanno dimostrato che, pur sostituendo i prodotti di origine animale, con quel quelli ad origine vegetale, lo sforzo fisico è ben supportato. Anzi, dalle valutazioni mediche si vedono spesso miglioramenti nei parametri biochimici ed una riduzione dell’infiammazione.
Nel concreto, l’alimentazione di Djokovic è priva di caffè ed alcol. Ed in più evita l’acqua fredda, che altrimenti inficerebbe sulla sua digestione. Stando sempre a quanto riportato nel libro, pian piano – oltre al glutine – il trentacinquenne di Belgrado ha eliminato progressivamente dalla sua dieta anche i latticini ed il pomodoro.
Tra i vari segreti, invece, c’è il miele di Manuka, che si estrae dal nettare dei fiori di un albero che cresce solo tra Australia e Nuova Zelanda. Un altro alimento importante per la molecola antibatterica al suo interno. Tra le altre cose, poi, hanno il loro peso i frullati di proteine di piselli o di avocado. In base ai parametri biochimici, poi, non sono da dimenticare gli integratori, sempre importanti in una dieta plant-based.
Djokovic ha però spiegato che le sue scelte alimentari non sono derivate solo dai benefici che il suo corpo ne ha tratto: “A portarmi a questa scelta ci sono anche delle motivazioni etiche. Perciò, per me si tratta di uno stile di vita e non banalmente di una dieta. È un approccio, qualcosa di cui vado fiero e spero che tanti altri si uniscano a me. Vorrei ispirare altri atleti e far comprendere come sia possibile portare avanti una dieta a base vegetale e saper recuperare bene, possedere la giusta forza, i muscoli“.
In effetti, negli anni, sono in tanti ad averlo seguito, tra i quali anche campioni di altri sport come Lewis Hamilton. Una lezione, quella del serbo, a cui molti atleti di oggi guardano con ammirazione anche per la sua grande integrità fisica ed i risultati raggiunti nella sua carriera da Over-30.