Un retroscena svela una grande passione, che in pochi conoscevano, di Matteo Berrettini. Lo ha confermato lui stesso.
Matteo Berrettini è uno dei tennisti italiani più forti di sempre. Attuale numero 2 azzurro, nonché attuale numero 16 del ranking Atp, il romano, negli ultimi anni, ha ottenuto diversi ottimi risultati che gli hanno permesso di scalare la classifica mondiale.
Quello forse più importante è la finale di Wimbledon 2021, dove ha perso soltanto contro il campionissimo Novak Djokovic, mentre in questa stagione, nonostante lo stop di 3 mesi a causa dell’infortunio alla mano destra, ha vinto a Stoccarda (per la seconda volta) e al Queen’s, dove ha difeso il titolo ottenuto l’anno precedente.
Nel mezzo, però, tanti alti e bassi, oscillando tra grandi prestazioni e delusioni. Ma d’altronde a 26 anni può ancora avere modo di confermarsi ulteriormente, sia a livello personale che di squadra, e il prossimo novembre sarà uno dei protagonisti delle fasi finali di Coppa Davis di Malaga con la Nazionale azzurra.
Nel frattempo, però, Matteo ha ricevuto un riconoscimento prestigioso che conferma il suo legame con un’importante città italiana. E non è la sua città natale, Roma.
Matteo Berrettini, il retroscena conferma tutto
In particolare, alla vigilia del torneo dove sarebbe stato impegnato di lì a poco, Berrettini ha ricevuto le chiavi della città di Firenze direttamente dalle mani del Sindaco Dario Nardella. Un immenso piacere per il 26enne, onorato per tale riconoscimento.
A fare da cornice all’evento di premiazione, l’Artemio Franchi, stadio in cui gioca la sua squadra del cuore, la Fiorentina. Pur essendo romano di nascita, infatti, il tennista ha un profondo legame con il capoluogo toscano, poiché i suoi nonni sono fiorentini doc. Ed è per l’appunto dovuta al nonno la sua passione per la Viola, che tifa sin da quando era soltanto un bambino.
“Mio nonno paterno è di Firenze, ha sempre portato la Viola nel cuore – le sue parole riportate da La Nazione –. Ha trasferito questa passione a mio padre e a mio zio. Di conseguenza siamo tutti cresciuti guardando le partite della Fiorentina“. Lui, in particolare, ha iniziato a seguire costantemente la squadra alla ripartenza dalla C2 dopo la fine dell’era targa Cecchi Gori. “Ho visto le prime partite quando la squadra era in Serie C2. Siamo partiti da lontano, quando la Fiorentina si chiamava Florentia Viola” ha detto.