Craig Tiley ha detto la sua in merito alla possibilità che Djokovic torni all’Australian Open 2023: un dettaglio fa ben sperare.
Il 2022 di Novak Djokovic era iniziato obiettivamente come in un incubo. Alla vigilia del suo esordio nell’Australian Open gli era stato cancellato il visto, evento che lo ha costretto a ripartire. Saltando così, peraltro, proprio quel torneo che l’ha reso leggenda, con nove successi tra il 2008 ed il 2021.
Poi, sempre a causa della sua scelta di non ricorrere al vaccino contro il COVID-19, il serbo ha dovuto rinunciare anche ad altri tornei. Nel 2023, tuttavia, spera di poter tornare ad una programmazione molto meno condizionata da fattori esterni. Il primo segnale, ricevuto proprio dall’Australia, in effetti fa ben sperare per il numero 7 del mondo è tutti i suoi tifosi.
Quando il visto viene revocato per decisione del governo centrale, in Australia, scatta automaticamente un ban di tre anni. Una questione che terrebbe dunque lontano Djokovic dai campi di Melbourne Park ancora per lungo tempo. La decisione, tuttavia, può essere sempre revocata, in seguito ad un appello o ad una nuova decisione dall’alto.
E proprio questa sembra poter essere la scelta, come confermato da Craig Tiley, direttore dell’Australian Open: “Siamo sulla buona strada per riavere tutti i migliori giocatori“, con un riferimento che pare chiaro a Djokovic, mai nominato direttamente. “Siamo in un momento diverso rispetto a nove mesi fa: le persone ora viaggiano liberamente in tutto il mondo e speriamo di avere tutti i migliori giocatori qui a gennaio”.
Pur tenendo un profilo basso, dunque, Tiley ha lanciato un segnale di distensione a Djokovic e ai suoi tifosi in primis. Il nuovo Ministro dell’Immigrazione, Andrew Giles, avrà un ruolo fondamentale nella decisione relativa al destino di Djokovic, che al prossimo Australian Open vorrebbe gareggiare per assicurarsi uno storico 10° titolo, oltre che il 22° Slam, per pareggiare i conti con Rafael Nadal.
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