Juan Martin Del Potro “redarguisce” Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, nonostante sia convinto che in futuro possano soltanto migliorare.
Jannik Sinner e Carlos Alcaraz sono ormai il presente del tennis. In questi anni, l’azzurro ha dimostrato di avere doti da grande giocatore vincendo diversi tornei e raggiungendo i quarti di finale di tutti gli Slam a soli 21 anni. Per il momento manca il titolo Major, ma l’età gli consente di sperare in un futuro ricco di soddisfazioni.
Meglio, invece, ha fatto lo spagnolo, che nella scorsa edizione dello US Open ha trovato il suo primo successo in un torneo del Grande Slam suggellando un 2022 semplicemente incredibile per un ragazzo di soli 19 anni come lui. Peraltro, cosa non meno importante, grazie alla stessa vittoria conquistata a Flushing Meadows è diventato il nuovo numero 1 del ranking Atp.
Tutti motivi, questi, che inducono a pensare che saranno loro i principali protagonisti del tennis mondiale dei prossimi anni. Dunque, le qualità fisiche e tecniche del talento di Murcia certo non si discutono, così come quelle dell’altoatesino del resto. Tuttavia, il campione Slam Juan Martin Del Potro, in un’intervista al quotidiano argentino La Nacion, ha redarguito in qualche modo le due stelle per un loro “vezzo” che in futuro andrà limitato a sua detta.
Del Potro: “Mi sarebbe piaciuto affrontare Sinner e Alcaraz”
“Mi sarebbe piaciuto affrontare Sinner e Alcaraz, ma ora loro stanno ancora crescendo – le sue parole –. Ho visto il loro match ai quarti di finale degli US Open e ho pensato che un tennista esperto gli avrebbe potuto creare grosse difficoltà“.
“Se ci penso bene, capitava anche a me durante i primi match con Roger Federer – ricorda poi Del Potro –. Mi trovavo a mio agio a giocare, però poi lui ha iniziato con lo slice, con il drop, mi ha portato qui è là, poi un colpo forte, uno lento“.
Ben diverso, invece, è stato il match tra Sinner e Alcaraz, durato oltre 5 ore, e dove nessuno dei due ha cercato di cambiare l’inerzia della partita. “Se si guarda la loro partita, che ha avuto un’intensità altissima, non hanno usato variazioni – ha affermato –. Andavano sempre sulle linee per vedere chi andava più forte e chi segnava il punto migliore“. Perciò, secondo l’argentino, “non c’è mai stata una piccola sorpresa in un momento chiave, un qualcosa di diverso“. Ad ogni modo, il campione dello US Open 2009 ritiene che entrambi siano già “due fenomeni” che possono migliorare in futuro.