Del Potro ha mosso una critica a Sinner ed Alcaraz, menzionando anche una particolare abitudine di Federer nelle loro sfide.
Sono passati oramai sette mesi dal giorno dell’ultimo match giocato da Juan Martin Del Potro, a Buenos Aires. L’argentino non ha mai chiuso alla possibilità di tornare a giocare, ma non ha ancora trovato una soluzione al suo problema al ginocchio, ed in tale condizione non tornare sul campo.
In un’intervista a LA NACION, realizzata durante l’ultimo US Open, il gigante di Tandil ha parlato di molti argomenti. Dal suo percorso di recupero ai vecchi infortuni ai due polsi, passando per qualche aneddoto sul suo rapporto con Roger Federer. Indirettamente, il tennis fa ancora parte della sua vita, e per questo si è espresso anche sul futuro dello sport che ama, in particolar modo su Jannik Sinner ed Carlos Alcaraz.
Del Potro e la critica a Sinner-Alcaraz: il ricordo coinvolge anche Federer
Non ha più toccato la racchetta, Del Potro, dopo l’emozionante serata a Buenos Aires, un torneo che – ha ammesso – gli è “costato molto giocare”: “Da un punto di vista è stato un sollievo ed un punto di rottura per me”, ha dichiarato. “Ora cerco un trattamento per la mia qualità di vita, non per giocare a Parigi-Bercy o all’Australian Open, e questo fa una grande differenza”.
Se poi, in un giorno non troppo lontano, il trattamento si troverà, allora quel piccolo spiraglio lasciato al tennis nella sua vita potrà forse diventare qualcosa di più. Perché la verità è che, ha detto, non ancora riesce a pensare a cosa fare della propria vita dopo il tennis.
E così, nell’intervista, oltre a rivelare di alcuni errori relativi al recupero dagli infortuni, che potrebbero averne condizionato la carriera, l’ex numero 3 del mondo ha raccontato di aver visto con grande piacere anche la grande sfida dei quarti di finale allo US Open tra Sinner e Alcaraz.
Lo stato attuale delle cose suggerisce che loro siano i prescelti per raccogliere l’eredità dei Big Three ai vertici del tennis mondiale, anche se “Delpo” ha mosso una piccola critica nei loro confronti, trovandone anche rapidamente una spiegazione: “Mi sarebbe piaciuto giocare con loro,” ha raccontato, “anche se ora stanno diventando davvero forti. Ma ho visto il match ed ho pensato: ‘Un top player o un giocatore esperto potrebbe dar loro molto fastidio’“.
“Un po’ come mi è successo nelle prime partite con Federer“, ha spiegato. “Quando mi trovavo a mio agio a giocare, lui iniziava con lo slice, con il drop, portandomi qua e là e tirandone una forte ed una lenta. Se si guarda la partita tra di loro, che ha avuto un’intensità altissima, i tiri non variano mai: andavano sempre sulle linee. Ma non c’è mai stata una piccola sorpresa in un momento chiave, uno slice, qualcosa di diverso”.
“Penso che faccia parte del loro apprendimento. Sono due fenomeni“, ha però concluso Del Potro. Che nel ricordare con grande emozione le sue sfide con Federer ha menzionato anche quanto sia stato difficile per lui, quanto lo svizzero usasse dei piccoli stratagemmi per mettergli pressione. Quando il rispetto reverenziale è cessato, però, il sudamericano si è preso la più dolce delle rivincite, vincendo il suo storico titolo a Flushing Meadows nel 2009.