Alcaraz ha sempre avuto come idolo Federer, ma non per tutti lo svizzero è la strada che lo spagnolo deve seguire il futuro.
Battendo in cinque set Frances Tiafoe, Carlos Alcaraz è diventato il secondo finalista più giovane allo US Open dai tempi di Pete Sampras, che a New York vinse il suo primo titolo nel 1990. E se il murciano dovesse battere Casper Ruud all’ultimo atto, diventerebbe anche il più giovane numero 1 della storia del tennis, superando il record di Lleyton Hewitt.
Un’ascesa che è frutta delle sue enormi qualità, sia tecniche (in tutte le zone del campo) che fisiche e mentali. Come modello, prediligendo un tennis offensivo e brillante, lo spagnolo ha sempre detto di avere l’idolo Roger Federer. Ma il suo tennis, a sentire il parere autorevole di Toni Nadal, sta prendendo una strada diversa.
“L’intensità e la velocità con cui giocano è qualcosa che si vede molto raramente“, ha detto lo storico coach e zio di Rafa Nadal in riferimento al quarto di finale di Alcaraz contro Jannik Sinner. Una partita che secondo Toni ha evidentemente mostrato come il prodigioso diciannovenne abbia preso a riferimento il tennis di suo nipote, 22 volte campione Slam.
Ed a sentire il coach, questa potrebbe essere la scelta giusta: “Ha capito che il suo gioco deve seguire la stessa strada di mio nipote. Ha quella capacità di non mollare fino all’ultima palla e quella caratteristica intensità“, che è propria di Nadal, ma un po’ di tutti i tennisti spagnoli.
Ed in finale, tutto il paese tiferà per il giovane Alcaraz, che spera proprio di prendere il testimone del più celebre maiorchino come prossimo campione Major spagnolo. Non a caso, non si vedeva un finalista così giovane proprio dai tempi del “re della terra battuta”, che a 19 anni e due giorni vinse il suo primo Roland Garros, nel lontano 2005.
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