Djokovic non potrà partecipare allo US Open: oltre al dispiacere, ora dovrà fare i conti con una situazione che mette a rischio il futuro.
È difficile pensare a come Novak Djokovic definirebbe il suo 2022. Perché nel complesso, è stato probabilmente l’anno più complicato della sua carriera. Ma il paradosso è che i problemi non sono minimamente venuti dal punto di vista dei risultati. D’altronde, quando il serbo ha potuto giocare, ha fatto il suo: si pensi alla vittoria nel Masters 1000 di Roma, ma soprattutto a Wimbledon.
Per il resto, però, è innegabile: le gioie a livello professionale sono state davvero poche in questa stagione. La scelta di non vaccinarsi contro il COVID-19 si è scontrata con le norme di alcuni paesi, così impedirgli di partecipare ad alcuni dei tornei più importanti del mondo: l’Australian Open, i Masters 1000 di Indian Wells, Miami, Montréal e Cincinnati. E da ieri, ufficialmente, anche lo US Open.
Perché le regole, per i viaggiatori che arrivano negli Stati Uniti, richiedono ancora che la vaccinazione sia obbligatoria. E così niente Flushing Meadows, per lui, quest’anno. Ed oltre al danno la beffa. La sua assenza nell’ultimo Slam dell’anno rischia infatti di condizionare in maniera evidente il futuro del trentacinquenne di Belgrado, costretto a fare i conti con una conseguenza, seppur secondaria alla mancata partecipazione, che potrebbe pesare su di lui anche per i prossimi mesi.
Djokovic rischia grosso: lo scenario dopo lo US Open è preoccupante
Senza Djokovic, gli US Open perdono un importantissimo contendente per il titolo. Il fatto che non sia ai nastri di partenza, quindi, influenza non solo il tabellone, ma anche l’andamento stesso del torneo. Perché non bisogna dimenticare che nella Grande Mela saranno ben cinque i tennisti a giocarsela per sperare di chiudere il torneo al numero 1 della classifica ATP, dopo la finale. Dunque, per tale quintetto, ci sarà un pericolo in meno.
E Djokovic ora è obbligato anche a sperare che la situazione non precipiti del tutto. Nel ranking del 29 agosto, infatti, il serbo perderà i 1200 punti della finale dello scorso anno, scendendo nuovamente al settimo posto della graduatoria ATP. Questa volta, però, correrà un rischio abbastanza grande.
All’inizio dell’ultimo Major, infatti, l’ex numero 1 del mondo avrà 3570 punti. Questo vuol dire che gli inseguitori si avvicineranno di moltissimo. Cameron Norrie sarà a soli 245 punti da lui, Hubert Hurkacz a 260 lunghezze. In tale situazione, Djokovic è costretto ad augurarsi che i due summenzionati, insieme a Taylor Fritz e tutti gli altri inseguitori, non si spingano troppo in avanti allo US Open: qualora accedesse, d’altronde, il campione di Wimbledon rischierebbe di uscire dalla Top-10 del tennis maschile.