L’ex manager non ha ancora superato del tutto la fine del rapporto con Alexander Zverev, passato poi con l’agenzia di Roger Federer.
Tra i vari interessi di Roger Federer c’è anche quello di occuparsi dei contratti dei giocatori tramite l’agenzia Team 8 fondata nel 2013 insieme al suo manager Tony Godsick. Negli anni, lo svizzero ha maturato esperienze un po’ in tutti i campi compreso quello di imprenditore dimostrando peraltro un certo fiuto per gli affari.
Da qui l’idea di fondare un’agenzia tutta sua e di intraprendere questo nuovo percorso destinato a proseguire anche dopo il suo ritiro dal tennis giocato. Il 20 volte campione Slam ha avuto e ha tuttora diversi talenti nella sua “scuderia”, tra cui la giovane stella del circuito femminile Coco Gauff, mentre in passato ha avuto anche Juan Martin Del Potro e il campione di hockey su ghiaccio Henrik Lundqvist.
Insieme a loro però c’è stato anche Alexander Zverev, assistito dalla Team 8 fino all’anno scorso. Il tedesco ha infatti preferito fare un passo indietro e tornare a gestire la sua carriera con la sua famiglia, ma non prima di essersi lasciato del tutto alle spalle la complicata situazione con il suo ex manager Patricio Apey. Quest’ultimo, in particolare, è tornato sull’argomento in un’intervista a Clay.
Patricio Apey torna sulla questione Zverev-Federer
“Quando ha raggiunto la terza posizione del ranking con me, con un fantastico finale di stagione, qualcuno lo ha convinto che l’erba del vicino è sempre più verde – le parole di Apey –. Se mi avesse detto che voleva unirsi a Federer, lo avrei portato io da loro“.
Lo stesso manager cileno ha poi fatto un bilancio tra quando Zverev era sotto la sua gestione e adesso: “Guardando al passato, le cose sono chiare: due anni fa, aveva sette contratti; adesso, per quel che so, ne possiede solo uno“.
“Zverev non ha mai avuto il tempo e il desiderio di parlare con me – ha aggiunto –. Ma la scelta doveva essere pianificata, non puoi decidere di tagliarmi fuori da solo“. E alla luce di questa decisione, Apey ha agito per vie legali: “L’ho visto un paio di volte e gli ho detto che avremmo speso tanti soldi per combattere in tribunale – ha spiegato –. Volevo proteggere i contratti che avevamo stipulato e la percentuale che avrei guadagnato” anche perché “i contratti avevano un valore di 45 milioni di dollari“.
“La cosa più logica era che nella fase successiva Zverev avrebbe potuto valere il doppio – prosegue –. Le cose sono iniziate ad andare male per lui, sia in campo che fuori, e la pandemia ha posticipato il processo. Quindi abbiamo trovato un accordo“.
Dopodiché, l’attenzione si è spostata al campo, dove il cileno non vede un grandissimo futuro per Zverev. “È un ottimo giocatore, vincerà molti Slam, ma il tempo di essere principe prima di diventare re potrebbe essere passato” ha detto. “Se vince 5 Wimbledon, la sua situazione può cambiare per lui. È il tipico tennista che pensa di sapere più degli altri – ha concluso –. Tutto questo però non ha cambiato la mia vita“.