Le qualità di Roger Federer sono indubbie, ma una sua caratteristica in particolare lo distinguerebbe da tutti i suoi avversari.
Si inizia ad intravedere la fine del calvario per Roger Federer, ancora costretto ai box da oltre un anno per via dell’intervento al ginocchio della passata stagione. Lo svizzero non gioca un match ufficiale da luglio 2021, quando fu sconfitto ai quarti di Wimbledon dal polacco Hubert Hurkacz.
Adesso, però, manca poco più di un mese al suo rientro in campo, previsto per il weekend del 25 settembre in occasione della Laver Cup, in cui ritroverà i suoi avversari di sempre Novak Djokovic, Rafa Nadal e Andy Murray. I “fantastici quattro” giocheranno tutti insieme nel team Europe di capitan Borg nel torneo, che quindi rappresenta l’inizio della (mini) stagione del campione elvetico il quale sarà poi all’Atp di Basilea di ottobre.
Certo, non sarà facile rientrare nel circuito dopo un’assenza così lunga dai campi e, per di più, ad un’età che ormai lo costringe a pensare al ritiro. Ma le sue qualità, d’altronde, a parte una tenuta fisica ridotta, resteranno sempre quelle che gli hanno consentito di vincere 20 Slam, primo tennista uomo di sempre in grado di riuscirci.
E a proposito delle sue qualità, in un’intervista al podcast Double Bagel, Paul Annacone ha raccontato alcuni aneddoti sulla sua esperienza da allenatore di Roger.
Roger Federer, Annacone: “Gli viene naturale”
Annacone si è soffermato in particolar modo sul Roland Garros 2011, quando Federer fu battuto soltanto in finale da quello che sarebbe diventato qualche anno più tardi il più grande tennista di sempre sulla terra rossa, Rafa Nadal.
“Quell’anno, Roger ebbe una grande occasione di vincere per la seconda volta il Roland Garros – ha esordito il coach –. Sconfisse Djokovic in semifinale grazie ad una prestazione incredibile. Nole non aveva ancora perso un match quell’anno e sembrava imbattibile“.
All’atto conclusivo del torneo, però, l’asso svizzero non riuscì a ripetersi. “In finale contro Rafa andò avanti 5-2 nel primo set ed ebbe un set point. Tentò un drop shot e la palla uscì di pochissimo. Se avesse vinto quel parziale, non so come sarebbe finita” ha poi aggiunto Annacone.
“Nonostante la sconfitta, era orgoglioso di ciò che aveva fatto in quel torneo – ha detto l’ex allenatore di Roger –. Roger è sempre stato bravissimo a distaccarsi dalle emozioni che prova in campo. Gli viene naturale“.
In particolare, il 20 volte campione Slam sarebbe bravissimo a gestire un aspetto dello sport ha spiegato lo stesso coach americano: “Non cerca scuse per giustificare le sconfitte e non incolpa nessuno. Le elabora in modo salutare e va avanti senza problemi. È anche per questo che ha avuto una carriera così lunga“.