Cori Gauff ha raggiunto un altro incredibile record di precocità: a 18 anni, solo una leggenda del tennis ha fatto meglio di lei, nel 1998.
Cori Gauff continua la sua ascesa nel tennis mondiale. Arrivata alle luci della ribalta all’età di 15 anni, raggiungendo gli ottavi a Wimbledon, ha continuato la sua crescita. Qualcuno ha cominciato a parlare di lei come di una ex promessa, quando la statunitense ha intrapreso il percorso di assestamento nel circuito WTA.
Un percorso attraverso il quale, in realtà, si è capito che Gauff è competitiva su tutte le superfici. Anzi, sulla terra ha raggiunto il suo risultato migliore: la finale di due mesi fa al Roland Garros, persa contro Iga Swiatek. Ma anche dal punto di vista tecnico, i miglioramenti non sono mancati. A rete, giocare il doppio dagli inizi della sua carriera, la sta aiutando moltissimo. E proprio in questa categoria, ieri, ha raggiunto un record davvero incredibile.
Altro record per Gauff dopo Toronto: è la più giovane dal 1998
Già numero 12 in singolare, la giovane americana ha trionfato con Jessica Pegula nel WTA 1000 di Toronto. Nei 1000, con Pegula, si tratta addirittura del secondo vinto in stagione, dopo quello di Doha. Ma non è tutto, perché battere all’ultimo atto la coppia Melichar-Martinez/Perez, ha permesso a Gauff di diventare per la prima volta la numero 1 del mondo in doppio.
Merito anche delle due finali Slam raggiunte negli ultimi 12 mesi, allo US Open (con Caty McNally) e all’ultimo Roland Garros (con Pegula). A 18 anni e 154 giorni quindi, Gauff è diventata anche la seconda numero 1 doppio più giovane della storia da quando esiste il ranking (1984). Meglio ha fatto solamente Martina Hingis, numero 1 – nel giugno 1998 – a 17 anni e 251 giorni.
“Essere numero 1 è bello”, ha detto la statunitense dopo la finale. “Davvero non ho parole. Non sapevo di poterci riuscire in questa settimana e non sapevo cosa dovevo fare (per riuscirci)”. “Quando ero piccola“, ha continuato, “non sapevo nemmeno che ci fossero ranking separati tra singolare e doppio. Ma quando ho realizzato di poter giocare bene nel doppio, volevo riuscirci. Insomma, chi non vorrebbe essere numero 1 in qualcosa?!“.