Il resto della stagione di Djokovic è ancora in dubbio per la questione del vaccino che lo ha messo in cattiva luce. Ma c’è chi lo difende.
Il rifiuto a sottoporsi al vaccino anti Covid sta causando non pochi problemi a Novak Djokovic, che da inizio anno non può permettersi di pianificare un calendario regolare di impegni per via delle politiche di diversi Paesi che, allo stato attuale, non gli permettono di partecipare ai tornei.
L’ultima rinuncia, obbligata, riguarda la Rogers Cup di Montreal, dove le attuali regole in materia di viaggi non permettono a chi non è vaccinato di entrare in Canada. Ancora da vedere, anche se al momento appare molto difficile, se potrà partecipare agli impegni in terra statunitense, dove spicca l’ultimo Slam di stagione dello US Open, in programma dal 29 agosto all’11 settembre a Flushing Meadows.
Due rappresentanti del Congresso USA hanno lanciato un appello al Presidente Joe Biden per permettere a Nole di partecipare al Major di New York per motivi di “interesse nazionale”. Ma oltre al mondo della politica, anche nel tennis c’è chi si è esposto in suo favore. E in un clima in cui il serbo è diventato il “cattivo” per la sua decisione di non vaccinarsi, Francisco Cerundolo ha voluto prendere le sue difese.
Cerundolo su Djokovic: “Non è vero”
“Non è vero che Djokovic è il cattivo del circuito, anzi è l’esatto contrario” ha esordito l’argentino in un’intervista al podcast 3iguales. “Stiamo parlando di un grandissimo campione, che non ha paura di esprimere le sue opinioni – ha aggiunto –. È un uomo autentico e genuino“.
Per Cerundolo, in particolare, c’è una questione di fondo: “Il problema è che le persone sono talmente innamorate di Federer e Nadal che non riescono ad apprezzarlo fino in fondo“.
Inoltre, lo stesso giocatore sudamericano è sicuro che “Nole vincerà più Slam di tutti” e ha altresì sottolineato che “il serbo è quello che si è speso di più per aiutare i giocatori di seconda fascia“, come dimostra peraltro l’aiuto che sta fornendo al giovane Medjedovic.
Insomma, Cerundolo è un forte sostenitore di Novak, anche se le sue parole non basteranno di certo a farlo scendere in campo negli Stati Uniti. Intanto, se non dovesse partecipare ai prossimi impegni americani, per Djokovic la race verso le Atp Finals di Torino, dove al momento è in decima posizione, si complicherebbe ulteriormente.