Adriano Panatta ha detto la sua sui vari Sinner, Berrettini, Musetti e Fognini. Ma anche sul talento spagnolo Carlos Alcaraz.
Il movimento tennistico azzurro sta vivendo forse il periodo migliore della sua storia. E il merito va inevitabilmente ai suoi protagonisti che si stanno confermando sui più alti livelli. Jannik Sinner, a questo proposito, è il talento che promette meglio, dati i suoi importanti risultati conquistati a neanche 21 anni compiuti.
I quarti di finale di Wimbledon e la vittoria di Umago su Carlos Alcaraz sono l’ulteriore conferma di una crescita ponderata e al tempo stesso precoce. E insieme allo stesso spagnolo, di due anni più giovane, rappresenta il futuro del tennis mondiale.
Poi c’è Berrettini, finalista a Wimbledon 2021 e ormai giocatore consolidato all’interno del circuito maschile. Al momento, la classifica non gli sorride, ma va sottolineato come il 2022, per lui, sia stato un anno particolarmente difficile, tra intervento alla mano destra, che lo ha tenuto fuori per 3 mesi, e Covid, che gli ha impedito di ripetersi sui campi dell’All England Club.
Non vanno poi tralasciati Lorenzo Musetti, che ha trovato il suo primo successo Atp ad Amburgo nelle scorse settimane, peraltro battendo Alcaraz in finale, e Fabio Fognini che, sebbene sia ormai vicino al ritiro – come confermato da lui stesso -, continua a giocare e a fornire belle prestazioni.
E di loro ha parlato Adriano Panatta che, in un’intervista al Corriere dello Sport, ha espresso il proprio parere sui principali protagonisti del tennis azzurro.
“Musetti ha più soluzioni, ha una bella mano – esordisce l’ex tennista azzurro –. Come ce l’ha ancora Fognini. Berrettini è classico, anzi, classico-moderno, servizio-dritto. Fa male quando tira. E Sinner dritto e rovescio li gioca bene, benissimo“.
Sull’altoatesino, però, Panatta evidenzia un “difetto”. “Deve imparare ad ammorbidire la palla, ma ha tempo davanti a sé“. E ancora: “Però quando lo vedo giocare come domenica contro Alcaraz, due che tirano a 250 km/h da fondo campo, è un tipo di gioco che non fa per me, ma io sono vecchio“.
“Non è che non mi piaccia Sinner, anzi – spiega –. Lui è uno che ha una testa di prim’ordine, sta lì anche se perde. Ha gli attributi. È il tipo di gioco che non mi piace, non mi emoziona, giocano ad una velocità pazzesca, toglie la fantasia, non hai tempo di pensare“. In definitiva, per Panatta: “È un gioco più veloce e violento, meno raffinato. Magari la raffinatezza è quella e io ho un concetto diverso. Sono un dinosauro“.
Poi, un commento su Alcaraz che, secondo lui, dovrebbe migliorare un aspetto in particolare. “Un giocatore in certi momenti deve essere incudine e in altri martello – sostiene –. Quando sei incudine ci vuole umiltà. Nadal e Djokovic sono due che sanno fare l’incudine. Magari perdono, ma stanno lì finché il temporale passa“. Perciò, l’opinione è netta. “Alcaraz deve avere l’umiltà di starci. Non ti puoi offendere se uno gioca meglio o gli riescono i colpi” ha concluso.
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