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Sinner, il primo maestro fa sognare: la previsione per lo US Open

Il futuro di Jannik Sinner è più che mai promettente, anche grazie ad un percorso iniziato insieme al primo suo allenatore Heribert Mayr.

Con la vittoria su Carlos Alcaraz ad Umago, Jannik Sinner ha trovato il suo primo titolo su terra rossa in carriera, confermando una crescente versatilità su tutte le superfici. L’altoatesino, infatti, oltre al successo in Croazia, aveva dimostrato di potersela giocare alla pari con i più forti anche a Wimbledon, dove aveva vinto le sue prime partite su erba spingendosi fino al match dei quarti di finale contro Novak Djokovic.

Jannik Sinner (Ansa Foto)

Pur essendo stato sconfitto, in quell’occasione l’azzurro evidenziò una netta crescita del suo gioco, anche grazie al supporto del suo nuovo team composto da Simone Vagnozzi e Darren Cahill.

Proprio quest’ultimo sarebbe uno dei principali artefici dei suoi progressi, confermando di essere uno dei top coach in circolazione. Peraltro, in passato ha allenato campioni come Lleyton Hewitt, Andre Agassi, Andy Murray, Ana Ivanovic e Simona Halep tra i tanti. E a proposito di allenatori, il suo primo coach, colui che lo avviato alla carriera tennistica, Heribert Mayr, ha parlato di Jannik in un’intervista al Corriere del Veneto.

Heribert Mayr: “Sinner è forte su tutte le superfici”

Sinner (Ansa Foto)

Partendo dall’ultimo successo di Sinner, Mayr ha detto la sua opinione sul confronto con Alcaraz. “Non si può dire che sia più forte tra i due – ha esordito il coach –. Sull’erba Jannik è certamente più forte e a Wimbledon si è visto, mentre domenica ha inciso il fattore psicologico“.

Il Sinner di Umago, come quello di Wimbledon, è un giocatore cresciuto molto sul piano tecnico e nell’atteggiamento in campo” ha poi aggiunto, dicendo che adesso è un giocatore molto più completo. “Tecnicamente varia molto, è migliorato nella discesa a rete, fa le palle corte, serve meglio grazie alla postura del corpo che ha rivisto con Vagnozzi. Insomma, ha più soluzioni” ha dichiarato.

E proprio il nuovo allenatore ascolano, insieme a Cahill, avrebbe portato il 20enne di San Candido ad un altro livello. In particolare, secondo Mayr, “con Vagnozzi ha migliorato tatticamente la discesa“, mentre con l’australiano “Jannik adesso è più cattivo, più determinato“. Peraltro, adesso sarebbe “un Sinner diverso” ha detto.

Terminata la stagione su terra rossa, adesso ci sarà quella su cemento con gli appuntamenti dei Masters 1000 di Montreal, primo impegno americano di Sinner, e quello di Cincinnati, per poi chiudere a Flushing Meadows con lo US Open. “Sinner è forte su tutte le superfici” ha affermato Mayr, convinto che in America il suo ex allievo potrà dire la sua. “Non c’è Djokovic e Medvedev oggi è il più bravo sul cemento, ma Sinner non gli è inferiore. Può provare a vincere uno dei due Masters 1000 e, perché no, tentare il colpo agli US Open” ha concluso.

Francesco De Vincenzo

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