Rafa Nadal continua a macinare successi in campo nonostante i suoi 36 anni, ma c’è un problema ben più preoccupante dell’età.
Un campione che non ha certo bisogno di presentazioni. Rafa Nadal, nonostante i 36 anni all’anagrafe, continua a giocare il suo miglior tennis e a stupire il pubblico di tutto il mondo con le sue giocate talvolta straordinarie.
Il 14° Roland Garros vinto il 5 giugno scorso è soltanto l’ultimo successo conquistato che è andato ad arricchire ulteriormente il suo già vasto palmares che conta ben 92 titoli complessivi, di cui, peraltro, 22 Slam. Semplicemente, mai nessuno come lui nella storia di questo sport.
Ma in occasione dello stesso torneo parigino il maiorchino aveva sofferto tanto, tant’è che ha dovuto giocare sotto infiltrazioni per l’intera durata della manifestazione. Infatti, il campione di Manacor soffre di una patologia al piede iniziata quando era soltanto un adolescente.
Rafa Nadal, parla il medico
Si tratta della sindrome di Muller-Weiss, patologia cronica di carattere degenerativo per cui non ci sono tanti rimedi. L’intervento sarebbe uno di questi, ma, ad oggi, non c’è la garanzia che il problema venga risolto definitivamente e, inoltre, una volta effettuata l’operazione, potrebbe porre fine alla carriera di un atleta.
Perciò, Nadal non ha mai preso in considerazione seriamente l’idea e al Roland Garros ha giocato con il piede addormentato dalle iniezioni di antidolorifico per arrivare fino in fondo. Fortunatamente, il torneo lo ha vinto, però, prima di Wimbledon, si è sottoposto ad un trattamento di radiofrequenza che replica le stesse condizioni degli anestetici per un periodo più o meno prolungato.
E del suo caso ne ha parlato in un’intervista recente alla radio Cadena Ser il Dottor Angel Ruiz-Cotorro, che lo segue da ormai dieci anni e che gli sta consentendo di prolungare la sua carriera. “Si tratta di un caso unico al mondo – ha spiegato il medico –, perché di solito non si verifica negli atleti di punta, in quanto non consente loro di praticare le rispettive discipline come vorrebbero“.
“Ancor meno se parliamo di tennisti d’élite come Rafa Nadal, che l’unico atleta della sua categoria in grado di sopportare questa sindrome e continuare a giocare ai massimi livelli. Credo che al livello in cui gioca Rafa sia un caso unico” ha poi aggiunto Ruiz-Cottorro.
“Questa sindrome – ha proseguito – colpisce principalmente una delle ossa al centro del piede, tra l’astragalo e le ossa cuneiformi, che, dopo essere stata sottoposta a forti sollecitazioni, perde la sua vascolarizzazione e diventa necrotica“. Ciò, nello specifico, comporterebbe nella disintegrazione dello stesso osso, con inevitabili gravi conseguenze per il piede di Nadal che, a quel punto, avrebbe problemi non solo nel giocare a tennis, ma persino a camminare normalmente.