Il racconto della finale dell’ATP 500 di Amburgo, che ha visto protagonisti Lorenzo Musetti ed il numero 1 del tabellone, Carlos Alcaraz.
È il primo confronto diretto tra Carlos Alcaraz e Lorenzo Musetti, ed arriva nella finale di un torneo storicamente prestigioso per la storia del tennis. Di fronte, due fenomenali ragazzi (classe 2002 l’italiano, 2003 lo spagnolo) che vivono però due momenti differenti. Per Musetti, infatti, si tratta della prima finale nel circuito maggiore. Il numero 6 del mondo, invece, è alla sesta, la quinta – nello specifico – in questo straordinario 2022.
L’azzurro tuttavia non avverte troppa pressione in avvio, ed anzi strappa subito la battuta all’avversario. Anche quando Alcaraz trova l’immediato contro-break, la partita rimane equilibrata. Il numero 62 ATP serve bene, riuscendo a tenere lontano dalla riga di fondo l’iberico. Quest’ultimo, dal canto suo, appena si trova sulla diagonale di rovescio cerca o il lungolinea (quasi subito) o il dritto anomalo per prendere il controllo.
Nonostante la maggiore potenza, Alcaraz non riesce però a scrollarsi di dosso l’avversario. Musetti varia le traiettorie, continua a tenerlo lontano ed abile a farlo colpire fuori posizione. L’idea è quella di prendere in mano le redini del gioco il prima possibile, angolando moltissimo i colpi, o spingendo anche dal centro del campo, per poi avvicinarsi alla rete.
E la tattica riesce alla perfezione al toscano, in modo da rendere non solo inefficace la temibile risposta del 19enne di Murcia, ma inducendolo anche all’errore, spesso anche per la fretta di scardinare un tennista, Musetti, che sa cosa fare in ogni zona del campo. In questo modo, nel settimo game Alcaraz perde la battuta, e non ha alcun modo di rientrare: dopo 43 minuti, l’italiano incamera il primo set per 6-4.
Il binario intrapreso dalla partita favorisce ancora Musetti, mentre Alcaraz subisce un inaspettato contraccolpo dopo il primo parziale, compiendo alcune scelte confusionarie e deleterie. Questo comporta un break nel primo gioco per l’azzurro, col destino della finale assolutamente nelle proprie mani.
Il momento più complicato della sua partita è però quello che arriva tra l’ottavo ed il decimo game. Nel primo, soprattutto grazie alla battuta Musetti riesce a risalire da 0-40, ma sul 5-4, al servizio per vincere il match ed il torneo, la tensione si è fatta sentire. Arrivato sul 40-15, è mancata forse anche esperienza al 20enne allenato da Simone Tartarini. Il giusto merito va comunque riconosciuto ad Alcaraz, autore di un incredibile passante per annullare la seconda palla del match.
Da lì, lo spagnolo è ancor più bravo a concretizzare il break per rientrare sul 5-5, e a tramutare la sfida in una sorta di incubo per l’avversario. Perché Musetti, pur superate le paure e portato il set al tie-break, finirà per vedersi qui annullati altri tre match point prima di perdere il secondo parziale. Vinto invece da Alcaraz con pochi riferimenti dal punto di vista tattico, ma con il coraggio e la forza mentale di chi è già pienamente consapevole del proprio status.
Ma il 24 luglio 2022 è il giorno di Lorenzo Musetti. Che nel terzo set, come solo i campioni sanno fare, resetta tutto quanto accaduto precedentemente e riparte, con le stesse certezze delle due ore precedenti. Il set decisivo è quello più lineare, in cui entrambi si affidano al servizio e cercano di abbreviare gli scambi. Ma il più costante dei due atleti, anche nelle fasi finali, è rimasto l’italiano. Ed Alcaraz ha dovuto arrendersi, dopo due ore e 47 minuti, sconfitto da Musetti col punteggio di 6-4 6-7(6) 6-4.
In un solo colpo, così, l’azzurro vince il suo primo trofeo ATP e compie un balzo enorme in classifica. Da lunedì sarà il numero 31 del ranking, ma anche il numero 19 della Race. Oggi, inoltre, è diventato il primo giocatore a battere Alcaraz in una finale (dopo che l’iberico aveva vinto le prime cinque, a partire da quella di Umago nel 2021).
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