Il tennis internazionale si interroga su un altro dramma personale che rischia di tenere lontano a lungo un personaggio di prima grandezza
Stress e sport, se ne parla sempre più spesso soprattutto da quando nel tennis sono emersi casi eclatanti di atleti alle prese con una pressione troppo grande
Non solo Naomi Osaka, che lo scorso anno decise di prendersi una lunga pausa dalla sua carriera agonistica “per tutelare la propria salute mentale”.
Tennis e stress
Spicca il caso di Ashleigh Barty, capace di abbandonare da numero #1 la classifica WTA subito dopo avere vinto l’Australian Open perché non voleva essere schiava dell’obbligo di vincere sempre, e a tutti i costi.
Anche il tennis maschile ha giocatori che sono andati in grande affanno. Il finalista di Wimbledon, Nick Kyrgios ha raccontato non molto tempo fa di essere stato a un passo dal suicidio, vittima di alcol e psicofarmaci. E di avere faticosamente ripreso il controllo solo grazie alla famiglia e a una serie di terapie mirate che lo hanno reso di nuovo competitivo.
Paire “Via da depressione e alcolismo”
Nelle ultime ore hanno destato grandissimo scalpore le dichiarazioni di Benoit Paire che ha raccontato di essere in cura da tempo per curare un disturbo emotivo molto serio che tempo fa lo aveva portato a un passo dall’addio al tennis agonistico. Stress e ansia che lo avevano messo sotto una pressione tale da essere costretto a dire basta, almeno temporaneamente al tennis giocato.
Paire ha confessato al sito on line belga Brut di avere subito violenti attacchi di panico. E che questo ha comportato problemi di rendimento: “Non è solo una questione di prestazione o di stress e di aspettative. Non è che se perdo sono depresso. L’ansia è un carburante, come l’adrenalina, che però si rivela estremamente dispendiosa e costosa: e che rischi di pagare troppo cara. Oggi ci sono dei momenti in cui l’ansia diventa panico. E non la controllo”.
Paire si è rivolto da tempo a uno specialista, sta seguendo una terapia farmacologica: “C’è qualcosa che non va nella mia testa. Non so cosa sia e non so quanto tempo ci vorrà per rimettere a posto le cose. L’alcol è un problema. A volte mi piace bere un bicchierino e finisce che esagero. Questo non ha nulla a che fare con il tennis. É un problema che ho e che condivido con molte persone: l’errore è non parlarne, chiudersi, non farsi aiutare”.
L’appello di Benoit Paire
Uno dei motivi che ha spinto Benoit Paire a ‘fare notizia’ a parlarne apertamente: “Non ci sono giri di parole. Sono stato dipendente dall’alcol, ho rischiato grosso. E ora devo scegliere tra la mia sopravvivenza e il tennis. Non posso vivere l’agonismo così. E non posso sopravvivere così. Quindi mi fermo. Ho bisogno di uscire da questo tunnel impiegando tutto il tempo che sarà necessario”.
Bello il messaggio che Paire dedica a chi sta combattendo i suoi stessi demoni: “Chiedete aiuto, fatevi soccorrere, non chiudetevi, chiamate con il suo nome la malattia, che si chiami ansia o depressione: l’alcol non sarà mai una soluzione. Uscite allo scoperto. É il primo posto…”