A Wimbledon, vittoria al terzo set per la kazaka Elena Rybakina che conquista il suo primo slam in carriera sulla tunisina Ons Jabeur
Paradossi. Nella finale di Wimbledon senza tenniste russe, vince la tennista più russa di tutte. Anche se questa è una definizione che a Elena Rybakina piace solo fino a un certo punto.
È la prima tennista kazaka a vincere uno slam, una sorta di festa nazionale per un paese che ha investito molto nel tennis. “Invitando” – se così si può dire – diversi talenti che in altri paesi avrebbero avuto meno spazio e minori possibilità.
Una finale che nessuno avrebbe mai pronosticato prima dell’inizio di questa edizione di Wimbledon. Un’edizione atipica, senza tennisti russi e bielorussi per il noto – e per la verità controverso e contestato – provvedimento del comitato organizzatore del torneo. Che a una a una ha visto uscire di scena alcune delle protagoniste più attese. Da Serena Williams, al rientro ufficiale in un torneo singolare dopo oltre un anno, ed eliminata al primo turno. Ma soprattutto Iga Swiatek, reduce da una lunga serie di risultati positivi, e Anet Kontaveit, uscite anzitempo da sfide non impossibile.
L’alternativa poteva essere proprio Ons Jabeur, tennista che nelle ultime settimane ha conquistato credibilità e posizioni in classifica internazionale, quattro finali, due trofei vinti.
Contro la kazaka Rybakina, mai così in alto in un torneo dello slam, la tennista tunisina – la prima giocatrice africana a vincere un torneo WTA e ora a vincere anche uno Slam – ha dimostrato una condizione fisica eccellente superando anche quei momenti di difficoltà emotiva che di tanto in tanto l’avevano messa in difficoltà nei turni precedenti, soprattutto in semifinale. Jabeur che parte con grande consistenza, strappa il servizio, rintuzza la fisicità della sua avversaria, dominandola sul proprio turno di servizio e chiudendola nell’angolo al momento decisivo.
Il secondo set è molto più complicato. La tunisina zoppica perdendo (male) il primo game del secondo set e il match diventa di rarissima intensità. Game lunghi, scambi molto pressanti. Jabeur che spreca un break point nel secondo game; ne fallisce altri tre nel quarto e spalanca al ritorno della Rybakina, autorevolissima in un secondo set che da qui in poi è tutto in discesa.
Su questo slancio Elena Rybakina non ha più freni anche perché la Jabeur non è in grado di ritrovare lo smalto e la concretezza del primo set: la kazaka prende subito il primo break decisivo e poi, pur con qualche sofferenza, ma senza grandissime indecisioni, conquista una vittoria storica e sicuramente fuori da ogni pronostico alla vigilia di questo torneo.
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