In un’edizione particolare, segnata dal ban dei russi e dall’assenza dei punti in palio, Wimbledon sarà ricordato per un curioso record.
Prima il ban dei russi (e dei bielorussi) che ha escluso due Top-10 come Daniil Medvedev ed Andrey Rublev, poi la risposta dell’ATP: nessun punto in palio in classifica in seguito alla scelta degli organizzatori. Che hanno comunque reagito, dal canto loro, dotando il torneo del più alto montepremi di sempre, per la prima volta sopra i 4 milioni di sterline.
Ma gli eventi non sono finiti qui, perché sul torneo, nelle prime giornate, è tornata a gravare l’ombra del COVID-19, che ha mietuto vittime illustri come Marin Cilic e, ahinoi, Matteo Berrettini. Ora il torneo maschile s’avvia alla conclusione, ed in vista della finale è già certo un record molto particolare per quanto riguarda l’edizione 2022.
Wimbledon e i Top-10: un record molto particolare
Innanzitutto, va ricordato che, oltre al numero 1 del mondo Medvedev, era assente anche Alexander Zverev, per via dell’infortunio rimediato nella semifinale dell’ultimo Roland Garros. Dunque i Top-10 in gara all’inizio del torneo, erano solo sette, escludendo anche Rublev.
L’assoluta particolarità, già accertata dopo il ritiro di Rafael Nadal prima della semifinale, è però il fatto che la competizione si chiuderà senza alcuna sfida tra due giocatori nei primi 10, “colpa” anche delle molto precoci eliminazioni di Felix Auger-Aliassime, Hubert Hurkacz e Casper Ruud, oltre che delle sconfitte in terzo turno di Stefanos Tsitsipas e in ottavi di Carlos Alcaraz.
Rimane così in gara il solo Novak Djokovic, che anche in finale affronterà però Nick Kyrgios, ben lontano dalla Top-10. Quel che sorprende è che si tratta solo della sesta occasione – nel XXI secolo – in cui un torneo del Grand Slam si chiude senza alcun confronto tra i migliori dieci giocatori della classifica. A Wimbledon non accadeva dal lontanissimo 2000, ed in generale non si viveva in una situazione del genere dallo US Open del 2017. Per il resto, tale nelle altre occasioni era accaduto all’Australian Open (dal 2001 al 2003).