Lo straordinario rapporto di affetto tra Roger Federer e Novak Djokovic si arricchisce di un nuovo episodio davvero significativo
Tra Roger Federer e Novak Djokovic c’è un rapporto di affetto consolidato che va molto al di là delle circostanze.
Sono avversari. Ma la loro non è semplice stima, c’è molto di più tra di loro. Qualcosa che potrebbe addirittura essere definita un’amicizia. Cosa non esattamente facile e nemmeno così scontata tra due grandi protagonisti del campo da tennis.
Djokovic e Federer, più che amici
Ma le parole più belle e sentite che Novak Djokovic ha riservato a Federer sono state riservate non al pubblico del centrale di Wimbledon. Perché tanto il numero 1 serbo quanto il fuoriclasse svizzero sono stati tra i pochissimi, insieme a Billie Jean King, a poter parlare al pubblico durante il rigorosissimo cerimoniale.
Novak Djokovic si è intrattenuto molto a lungo con i giornalisti alla fine della cerimonia ufficiale, nonostante dopo poche ore avesse in programma il match degli ottavi di finale. Una chiacchierata nel corso della quale il serbo ha spiegato il dietro le quinte della premiazione: “Gli ho detto una volta di più quello che penso, che poi è quello che pensano tutti, chiunque ami il tennis. E cioè che lo vogliamo in campo”.
“Una leggenda vivente”
Nole era molto commosso nel momento in cui John McEnroe ha annunciato l’ingresso di Federer: “Quando è entrato in campo sul centrale il pubblico si è alzato. Non è un atteggiamento che un pubblico del genere riserva a chiunque: significa ammirazione, rispetto, dedizione. Lui è una leggenda sotto ogni aspetto. E il pubblico lo considera come tale. Quando vedi Federer puoi dire di avere visto una leggenda, in carne e ossa”.
Federer lo vorrebbe di nuovo in campo: “Vederlo elegante, in un completo da gran signore, mi ha fatto impressione. Per me il suo abito è la divisa da gioco. Ed è così che vorrei rivederlo quanto prima. Posso solo sperare che un personaggio come lui possa tornare in campo e giocare quanto più a lungo possibile, fino a quando avrà voglia di farlo. Perché una presenza come la sua è un bene per il tennis, e per noi tennisti”.