Zverev ha rivelato in un’intervista i suoi piani per il resto del 2022: grazie ad una scelta particolare, tenterà il recupero lampo.
Sono passate appena due settimane dall’incredibile infortunio di Alexander Zverev, in semifinale al Roland Garros. Il tedesco, come ampiamente preventivabile, ha riportato una lesione piuttosto diffusa ai legamenti della caviglia destra, alla quale è già stato operato sulla via del recupero.
Del suo futuro ha parlato anche al settimanale Bild am Sonntag. Il periodo più complicato, ovviamente, viene adesso. Perché Zverev dovrà realizzare quanto sarà difficile tornare in campo, a maggior ragione dovendo saltare Wimbledon, e non potendo “festeggiare”, come già aveva detto, il best ranking di numero 2 ATP, ottenuto dopo il secondo Slam della stagione.
Zverev prova il recupero lampo: come sarà il percorso per il ritorno alle competizioni
A due settimane dall’intervento, è ancora presto per ogni valutazione. D’altronde, la gamba destra del tedesco è ancora completamente ingessata. E prima di iniziare la riabilitazione ci sarà da aspettare almeno qualche altra settimane, facendo dunque passare circa un mese dopo l’operazione. L’obiettivo, però, Zverev l’ha già fissato: “Non ho assolutamente cancellato lo US Open dal mio calendario. Sarò affiancato da alcuni professionisti che si assicureranno che io possa tornare in campo il prima possibile”.
In particolare, lavorerà insieme ad Klaus Eder, ex fisioterapista della nazionale tedesca di calcio. E con lui tenterà un recupero lampo, magari con risultati come quelli di Matteo Berrettini, capace di vincere due tornei consecutivi dopo lo stop per i problemi alla mano destra. Negli ultimi anni, sono stati tanti i giocatori in grado di tornare ad altissimi livelli dopo un problema anche piuttosto complicato, e Zverev vuole unirsi a quella lista.
L’ambizione, d’altronde, al teutonico non è mai mancata: “Non so se sarò a New York. Voglio rientrare solo se avrò la possibilità di competere per vincere,” ha raccontato, “non sono il tipo da forzare per giocare semplicemente due turni ed accontentarmi. Per rientrare allo US Open, poi, dovrei avere bisogno di almeno due o tre tornei da giocare per prepararmi al meglio“. Non si può, dunque, che augurargli buona fortuna: per il livello espresso a Bois du Boulogne, uno come lui fa soltanto bene al tennis maschile.