Con una battuta piuttosto eloquente, Pietrangeli ha esordito per spiegare in realtà in maniera lucida il motivo del successo del padel.
La mania per il padel è letteralmente esplosa appena sono state possibili le prime attività sportive dopo il lockdown, dando la possibilità a molti di fare attività sportiva a distanza. Il movimento, però, cresce su due binari diversi, perché se in Italia continuano le aperture dei club esclusivamente finalizzati al padel, anche il circuito professionistico si espande.
Nato in Argentina, e coltivato da tempo anche in Spagna su ottimi livelli, la disciplina “figlia” del tennis sta conoscendo ora nuovi mercati. Quello medio-orientale, in Qatar, ha permesso che lì si svolgesse il Mondiale, dando ulteriore visibilità al padel, anche attraverso la vendita dei diritti televisivi, contribuiscono a loro volta a diffondere una passione quasi incontrollata per la natura del gioco.
Pietrangeli spiega la differenza tra il tennis ed il padel
Di questo trend, su Rai Uno, ha parlato ieri un’icona del tennis italiano, Nicola Pietrangeli. L’ex campione del Roland Garros ha usato una definizione piuttosto ambigua per il padel, che sarebbe il “trionfo delle pippe”. È certamente una battuta, e con un’accezione neanche troppo negativa, come ha poi spiegato Pietrangeli: “A padel possono divertirsi tutti, anche i più scarsi”.
D’altronde, ciò che emerge dal fenomeno della sua diffusione, è che si tratti di uno sport accessibile a tutti. Dimensioni del campo ridotte, gioco di coppia ed uso delle pareti rendono meno importante – ad un livello più basso – la preparazione fisica: “Chi è scarso a tennis, la palla non la tocca mai. Nel padel, invece, sono tutti partecipi del divertimento. I campioni sono un’altra cosa,” ha aggiunto Pietrangeli, “ma rispetto ad uno scarso nel tennis si diverte di più uno scarso nel padel, le distanze sono più brevi”.