Berrettini è tornato a splendere, dopo tre mesi ai box, vincendo a Stoccarda: coach Santopadre ha svelato alcuni segreti del recupero record.
I mugugni sulla fragilità di Matteo Berrettini sono stati come al solito surclassati dalla fragorosa ovazione per un ritorno in campo, dopo un’operazione alla mano, e tre mesi di stop, ancora una volta fenomenale. Ha inciso, sicuramente, l’erba, una superficie che lo esalta come nessun’altra, per vincere al primo torneo dopo l’infortunio, a Stoccarda. Ma c’è voluta anche una grande forza di volontà, quella propria dei grandi di questo sport.
Perché oramai, di quella categoria, il romano dimostra ogni giorno di esserne parte con pieno merito. L’Italia del tennis non può che puntare sulla sua punta di diamante, che ha conquistato il suo sesto titolo in carriera. Ha anche conservato sul campo – almeno per un’altra settimana – il posto in Top-10, che perderà solo a causa della decisione dell’ATP di non assegnare punti a Wimbledon.
Ma la classifica, dice coach Vincenzo Santopadre, conta relativamente. È più importante migliorarsi costantemente, come Berrettini sta facendo, e dare prova sul campo del proprio, immenso, valore. E con queste qualità e questo approccio, la fiducia è tanta all’indomani di uno scorcio di stagione così importante, che culminerà all’All England Club.
Santopadre racconta il recupero da record di Berrettini
Intervistato alla Gazzetta dello Sport, l’allenatore Vincenzo Santopadre ha espresso parole al miele per il suo assistito. Il legame va avanti da sempre, evolve ma rimane forte e proficuo, per entrambi, a livello professionale ed umano. “Arriviamo da un risultato che non avremmo sognato, pensando da dove siamo partiti”, ha detto gioiosamente.
“Merito della straordinaria forza di volontà di Matteo, della voglia di migliorarsi e di fare quello che ama, ma anche”, ha aggiunto, “dei fisioterapisti e del mental coach Stefano Massari. Tutti hanno fatto un gran lavoro”. E sono stati molto vicini a Berrettini, che ha vissuto momenti difficilissimi. Dopo aver tolto i punti – ad aprile – “non riusciva a stringere neanche la racchetta” nella sua mano destra.
L’intervento, però, effettuato dallo staff del medico di fiducia di Nadal, Angel Ruiz Cotorro, è andato per il meglio: “Ha un’esperienza straordinaria, ci ha trasmesso sicurezza dall’inizio, è il nostro angelo custode”. Ed ora, tra quelle mani, il numero 10 ATP tiene un trofeo dal valore inestimabile e continua a coltivare i propri sogni: “A Stoccarda ha espresso un tennis eccezionale, è rientrato in campo superandosi, ed a mio avviso ha ancora margini di crescita“.
Ora c’è il Queen’s, dove oggi ha già superato Daniel Evans, al primo turno, e cercherà di difendere il titolo vinto lo scorso anno: “Veniamo da un torneo vinto per giocarne uno in cui l’anno scorso la vittoria è stata davvero straordinario. Difficile trovarsi in una situazione migliore”. Porsi limiti non serve, ci vogliono solamente umiltà, coraggio e lucidità, alla vigilia del torneo più importante di tutti.
“Parlando di Wimbledon, sarebbe strano non considerarci tra i favoriti,” ha chiuso il suo coach, “anche se la strada è lunghissima”. Perderà il posto tra i migliori in classifica, ma non è detto che l’assenza di punti da difendere non possa togliergli ulteriore pressione di dosso. E tutto questo, al netto delle incognite relative ai match sulla distanza dei tre 3 set su 5, non farebbe altro che rendere Matteo Berrettini ancor più pericoloso.