Berrettini ha vinto per la seconda volta in carriera a Stoccarda: dopo tre mesi ai box, oggi è felicissimo, e ha regalato un elogio speciale.
Non giocava dal torneo di Indian Wells, Matteo Berrettini. Il problema alla mano destra, risolto chirurgicamente, l’ha tenuto fermo per 84 giorni, ma lui oramai è esperto in materia di ritorni. E così, a Stoccarda, ha ritrovato subito la gioia, vincendo oggi il suo sesto titolo in carriera dopo la finale contro Andy Murray.
Lo scozzese si è arreso per 6-4 5-7 6-3 dopo due ore e 40 minuti di partita durissima. E Berrettini ha avuto il merito di resistere anche fisicamente, mentre l’ex numero ha chiuso in evidente difficoltà, nonostante l’ottimo tennis mostrato in Germania. Per l’azzurro, Stoccarda è un posto speciale. Non a caso ha scelto di rientrare proprio qui, e può festeggia la sua seconda vittoria dopo quella del 2019.
Nei giorni scorsi, ha raccontato tutte i momenti complicati vissuti nel percorso di recupero dall’infortunio alla mano. Sembra essersi lasciato tutto alle spalle, ora, perché l’erba gli permette davvero di esprimersi al suo meglio: dal 2019 ha vinto 27 partite su 30 giocando sui prati. E adesso vola verso l’Inghilterra, dove l’anno scorso visse un’estate da sogno tra Queen’s e Wimbledon.
“Sto provando qualcosa di incredibile“, ha detto il numero 10 ATP. “Sono tornato qui, dove non ero neanche sicuro di giocare, ed ho espresso il mio miglior tennis“. In questa sua piccola impresa, ha reso onore anche al suo avversario, che ha lottato nonostante i problemi, e che è una vera ispirazione: “È stato difficile metabolizzare l’infortunio di Andy, non è bello chiudere così”.
“Mi dispiace moltissimo,” ha poi continuato, “ci ha mostrato molte volte come si rientra. Per me è stato un onore condividere questo campo con lui“. Stare con i campioni, su palcoscenici importanti, a Berrettini insegna tanto. L’ha dimostrato lo scorso anno, esprimendosi contro Djokovic tra Roland Garros, Wimbledon e US Open. È in grado di fare tesoro delle proprie esperienze ed è un attento osservatore: ai Championships sarà – ancora una volta – tra i giocatori più temuti.
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