Sconfitto ai quarti del Roland Garros da Ruud, Holger Rune ha raccontato un episodio avvenuto nel post partita.
Il percorso al Roland Garros del 19enne Holger Rune si è concluso ai quarti di finale contro Casper Ruud. Il danese ci ha provato, dimostrando ancora una volta il suo grande talento, anche se ciò non è bastato per aggiudicarsi il match contro l’attuale numero 8 al mondo che ha vinto in quattro set (6-1 4-6 7-6 6-3).
Si tratta di un’ulteriore conferma per Ruud, che sta attraversando un buon periodo di forma, come dimostrato anche in occasione degli Internazionali di Roma dove era uscito in semifinale soltanto per mano di un campione come Djokovic, poi vincitore del torneo capitolino.
Tuttavia, l’incontro tra i due non si è “giocato” soltanto in campo. Infatti, come rivelato da Rune in un’intervista al quotidiano danese Ekstra Bladet, negli spogliatoi sarebbe avvenuto un episodio in cui il norvegese ha tenuto un comportamento non propriamente rispettoso nei suoi riguardi.
“Quando eravamo negli spogliatoi, il team di Ruud è venuto a congratularsi con me per la partita, sono persone molto amichevoli – le parole di Rune –. All’improvviso, però, Casper si è avvicinato e mi ha urlato in faccia ‘jaaaa!’, celebrando il suo successo“.
Inevitabile, quindi, la sua reazione: “Perciò, i toni si sono alzati e gli ho urlato contro a mia volta, chiedendogli cosa diavolo stesse facendo“. In definitiva, per il danese, il comportamento di Ruud può essere definito soltanto in un modo: “Puoi festeggiare e gridare in campo, ma quell’urlo in faccia così, a freddo nel dopo partita è irrispettoso“.
“È stato molto antisportivo per tutto il match, ecco perché non volevo abbracciarlo o parlargli a fine partita – prosegue –. Ho detto molte volte che lo ammiro come giocatore e che ho un grande rispetto nei suoi confronti. Quindi non capisco il suo atteggiamento“.
Infine, ha aggiunto: “Vuole forse che mi inginocchi davanti a lui? Il 99% dei giocatori del Tour mi rispetta, posso vivere tranquillamente senza la sua considerazione“.
Ad ogni modo, il tennista classe 2003 ha ancora tutta una carriera davanti a sé per poter dire la sua e, per quello che ha già fatto vedere in campo, salvo imprevisti, potrà diventare presto un top 10 del ranking mondiale.
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