I segreti che hanno portato Iga Swiatek su livelli inarrivabili toccano non solo aspetti sportivi, ma anche umani: scopri quali sono.
Anche ad Alison Riske, la polacca ha lasciato la miseria di due game per accedere al terzo turno del Roland Garros. L’incredibile 20enne di Varsavia ha vinto così la sua 30esima partita di fila, che la proietta sempre di più nella storia, recente e non solo, del tennis femminile. Per ora, la sua striscia è la quarta più lunga dal 2000 ad oggi, ma il terzo posto di Justine Henin (32 successi consecutivi tra il 2007 ed il 2008), dista solo due lunghezze.
I più esperti la tengono d’occhio già da qualche anno, ma il grande pubblico conosce Swiatek da meno di due anni, quando si affermò nell’edizione dello Slam parigino nel 2020, giocatasi eccezionalmente ad ottobre. Oggi è l’assoluta dominatrice del circuito, e a renderla così precoce e affamata contribuiscono alcuni aspetti fondamentali della sua vita, anche extra-campo.
Iga Swiatek è estremamente lucida, anche fuori nella vita di tutti giorni. E da sempre ha avuto le idee chiare. Al momento di diventare professionista, si è data un tempo limite di tre anni per ottenere risultati ai massimi livelli. E per reggere a questa pressione ha fatto scelte molto attente sulle strade ed i modelli da seguire, ma anche sulle persone da avere al suo fianco.
Per lei, la gestione dei momenti e delle emozioni è un aspetto chiave. Il lavoro costante conta di più delle doti naturali: già da anni, quotidianamente, è a contatto con Daria Abramowicz, una delle psicologhe più affermate al mondo in ambito sportivo. Così, la giocatrice classe 2001 ha sviluppato una particolare capacità di fronte ai momenti difficili, che sul campo da tennis vanno risolti con un’estrema abilità tattica ancor prima che con la tecnica.
La forza fisica ed una coordinazione fuori dal comune fanno il resto. Perché per affermarsi come Swiatek è stata in grado di fare bisogna puntare alla perfezione. Non a caso, i suoi due modelli sono dei veri miti da questo punto di vista. Per Rafael Nadal e Robert Lewandowski, infatti, nutre una stima sconfinata.
Se col secondo è anche una questione di nazionalità, dal tennista spagnolo cerca di assorbire anche il modo di approcciarsi al gioco. Spesso la numero 1 è andata ad allenarsi alla Rafa Nadal Academy di Manacor, e nella finale dell’Australian Open era anche sulle tribune a fare il tifo per il suo idolo.
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